La ladra di perle – Fiona McIntosh

Londra 1963. Severine Kassel ha accettato senza dubbi, anzi con interesse, l’incarico di dare il suo parere o meglio di fare una perizia vera e propria su uno splendido collier di preziose perle bizantine con un grande zaffiro come ciondolo appena concesso in prestito al British Museum e del quale si desidera una valutazione. Lei sa di poterlo fare e bene. Severine Kassel infatti, bella donna indipendente e raffinata dall’aspetto sempre impeccabile, una vera professionista, considerata tra i migliori esperti internazionali di manufatti e gioielli antichi, è in temporaneo trasferimento in Inghilterra proveniente dall’entourage francese del Louvre. Su raccomandazione di un esimio collega si è lasciata convincere alla trasferta inglese per dare una mano durante la lunga opera di riparazione dei danni subiti durante i bombardamenti nazisti. Il British Museum, infatti, ha sollecitato l’aiuto di alcuni specialisti, competenti come lei, specializzata anche in cultura ebraica.
E anche valutare quel collier farebbe parte dei suoi compiti, ma quel giorno, non appena si trova davanti a quelle favolose perle, gli orrori del suo passato ritornano all’improvviso e con violenza per ricomporsi, quasi davanti ai suoi occhi, nella angosciosa immagine del 1941. Una tragica immagine che per più di venti anni aveva voluto cancellare. Il suo comportamento sempre professionale e controllato si è incrinato nel momento in cui ha visto il collier. Ha persino dovuto sedersi un attimo, per non lasciarsi andare. Ma ha superato l’emozione, si è ripresa, si è scusata e ha chiesto di avere in mano le perle. Quel gioiello che per più di un secolo è appartenuto alla sua famiglia è legato a indimenticabili ricordi. Conosce bene quelle splendide perle che la leggenda vuole fossero state commissionate nel XIII secolo dal sultano per la sua favorita quindi dalla Turchia arrivate in Russia dove furono chiamate Perle ottomane da un principe della casa reale che le aveva donate alla moglie e infine secondo le ultime notizie, quelle certe e documentate, acquistate dalla famiglia Goldstein di Boemia nel 1800. Poi tramandate per linea materna ogni volta quindi dalla madre alla figlia femmina maggiore. Appartenevano a sua madre e ora dovrebbero essere sue. E lo dichiara là nel Museo pubblicamente, ad alta voce.
Spiega che Severine Kassel, non è il suo vero nome, che l’ha cambiato per potersi nascondere, vivere in privato e chiudere con un tremendo passato fatto solo di atroce sofferenza. Perché lei in realtà si chiama Katerina Kassowicz, era la figlia maggiore quattordicenne di un ricca famiglia ebrea cecoslovacca e oggi è l’unica sopravvissuta del massacro delle sua famiglia operato dai nazisti guidati da un crudele mostro che per anni si era finto un amico.
Ma la dichiarazione al mondo della sua vera identità non è passata sotto silenzio e il risalto dato alla notizia sulla stampa ha messo in moto una pericolosa caccia all’uomo o peggio una specie di mortale gioco a rimpiattino tra Severine e il suo antico torturatore, Ruda Mayek, la belva umana, l’ufficiale nazista che ha preordinato la strage. Ma per fortuna si è pensato di dotare Severine di una segreta protezione ravvicinata. Con l’aiuto di Daniel Horowitz, ricco inglese che finirà per presentarsi come un agente del Mossad, Severine vorrebbe tentare il tutto per tutto pur di rintracciare Ruda Mayek se, come pare, è ancora vivo.
Intanto una importante traccia potrebbe venire dall’identità dell’ attuale proprietario delle perle ottomane, ma Edward Summerbee, l’avvocato a cui è stato affidato l’incarico di occuparsi del prestito e delle valutazione presso il British Museum, l’unica persona insomma forse in grado di aiutarli, è strettamente vincolato dal segreto professionale. Ma lei sa che deve insistere e andare avanti a ogni costo. Due uomini, Daniel Horowitz e Edward Summerbee stanno cercando di entrare nella sua vita come potenziali pretendenti. Non deve mai più rinunciare a esistere e a pensare a un possibile futuro. E l’unico modo che ha per riconciliarsi con il suo passato o meglio addirittura annullarlo è riuscire finalmente a chiudere i conti con il suo aguzzino.
Ambientato in Cecoslovacchia , Svizzera, Parigi, Londra e nello Yorkshire, dal 1939 al 1963, La ladra di perle riesce a essere allo stesso tempo devastante nella sua precisa ricostruzione delle scene di orrore e vivace e intrigante nella suspense data dall’ inseguimento tra gatto e topo attraverso Parigi e Londra degli anni ’60.
Fiona McIntoshn è nata nel 1960 a Brighton. Dopo aver trascorso un’infanzia sempre in viaggio, grazie al lavoro del padre, si è stabilita in Australia, dove tuttora vive. È un’autrice di libri per adulti e per bambini.
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