Mele Bianche

Jonathan Carroll


Jonathan Carroll
Mele Bianche
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Jonathan Carroll è considerato uno fra i più originali ed eccentrici scrittori contemporanei. Dopo aver conseguito la laurea e frequentato un master presso la University of Virginia accetta una cattedra d’inglese in un liceo per due anni prima di trasferirsi a Vienna, dove risiede tuttora, per insegnare all’International American School. Nove volte candidato al World Fantasy Award, nel 1991 ha vinto British Fantasy Award con il romanzo “Outside the Dog Museum”. “Mele Bianche” (“White Apples”) è il romanzo di maggior successo di Carroll sia a livello di critica che di pubblico. Una storia piena di personaggi memorabili che seducono fin dalle prime pagine. Vincent Ettrich è morto, ma viene riportato in vita per insegnare al figlio non ancora nato quanto imparato dopo la Morte (maestra di vita) al fine di salvaguardare l’ordine nell’universo. Ordine e pace minacciati da un strano personaggio grasso e perennemente in smoking che rapprenda il Caos. Al fianco di Vincent si alternano il grande amore della sua vita terrena Isabelle Neukor, destinata a dare alla luce il salvatore del mondo, e il bellissimo angelo Coco che lo deve guidare nella sua missione e che finirà, inevitabilmente, per innamorarsi di lui. Un romanzo difficile da far rientrare in un genere piuttosto che in un altro, ma le classificazioni lasciano il tempo che trovano e servono più che altro al lettore per orientare le proprie scelte. Capita tuttavia che un libro riesca a mettere d’accordo tutti quanti e allora fidiamoci per una volta di quanto riportato sulla quarta di copertina. “…uno fra i più singolari degli ultimi anni: surreale, comico, psichedelico, romantico, indimenticabile”. La scrittura di Carrol è decisamente fuori dall’ordinario, surreale e sovente spinta all’eccesso grazie a uno stile ipnotico e alle trame complesse dove tutto è vero e inverosimile al tempo stesso. Le scene e i piani dove i personaggi si raccontano e muovono sono, a prima vista, prive di qualsiasi concatenazione logica e Carroll sembra divertirsi a cancellare i confini tra presente e passato, tra vita e morte, tra follia e razionalità. Il tutto, alternando situazione esilaranti a momenti di raccapricciante terrore. Caratteristiche queste che hanno convinto Stephen King ad affermare che “Jonathan Carroll fa paura quanto Hitchcock quando non fa ridere quanto Jim Carrey”.

ferdinando pastori

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