La Rivale



Eric-Emmanuel Schimtt
La Rivale
Edizioni e/o
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Credo nella contaminazione dei gusti e degli stili letterari, credo nei libri belli e intensi anche se non rispondono alla moda del momento.
Le edizioni E/o ci regalano un piccolo gioiello di rara bellezza, tolto, a mio avviso, dalla sicura identificazione di genere, un libro strano e originale per il quale ogni lettore sarà libero di cercare una collocazione letteraria.
Questo racconto lungo di Eric- Emmanuel Schimtt parla di lirica, intrighi, bel canto e passione.
Una donna ormai anziana siede in platea alla Scala, suo regno artistico di un tempo e ripercorre con furore e rabbia la sua carriera sulla quale è stata gettata un’ombra indelebile che col passare del tempo è divenuta buio totale.
Carmela Bebaldi è vissuta in un tempo sbagliato coinciso, per fatalità e sfortuna, con l’ascesa e la caduta della diva delle dive Maria Callas, la sua rivale, la sua rovina.
Rimugina nel buio della sala Carmela, ripercorre passo passo la lenta agonia del suo successo, senza ombra di dubbio identifica nella celebratissima cantante greca il motivo della sua disfatta.
Un mito esagerato e sopravvalutato secondo Carmela che argomenta con foga, fa osservazioni squisitamente tecniche contaminate da rancore e ansia di rivalsa, e dona un colore narrativo al racconto di straordinaria vivacità e tragicità.
Fiumi di inchiostro in tutte le epoche hanno fatto della Callas un mito “romantico” della lirica, soffermandosi soprattutto sulle sue intricate vicende amorose che senza dubbio avevano un riscontro oggettivo anche nelle sue discusse e venerate interpretazioni.
Lo stesso Schimtt chiarisce con puntualità al termine del racconto cosa ci abbia lasciato in eredità emotivamente la straordinaria interprete lirica: ” La Callas è, prima di tutto e in fondo a tutto, un’attrice che recita la situazione, proietta i sentimenti, e per far ciò si serve di tutti i mezzi disponibili… Persino i suoi silenzi hanno un senso: è così completamente calata in quello che fa che mi ha sempre dato l’impressione di essere l’unica cantante che canta anche i silenzi”.
Questa narrazione disincantata di una passione nera come la vendetta, l’odio e la competizione portata agli estremi, è caratteristica fondante del processo narrativo giallo.
Quante vite sono state spese ad invidiare un successo immeritato, facendo detonare la follia di un omicida. Qui il delitto non c’è solo perché ne manca l’occasione, ma le parole di Carmela sono così amare e affilate che ricordano i fendenti di una lama.

Carmela vede vanificati i propri sforzi tecnici, le ore di studio accurato, i doni vocali naturali, e tutto ciò innesca stizza e malessere profondo, fino ad un epilogo beffa che andrà paradossalmente a chiudere un’esistenza spesa ad odiare con convinzione e fermezza.
La protagonista odia ferocemente senza ombra di pentimento fino alla fine, senza falsi pudori o remore morali per le disavventure esistenziali della sua rivale.
Atmosfera nera dunque, dalla prima all’ultima riga, condita da dotti suggerimenti dell’autore, appassionato e raffinato conoscitore della musica classica e lirica.
Sullo sfondo il mondo della lirica, competitivo e pieno di intrighi e trappole, un percorso artistico quello della Callas lastricato di invidie e maldicenze, così lontano dalla sonnacchiosa idea diffusa di una lirica polverosa e demodè.
Carmela non avrà mai giustizia, eroina cattiva e dimenticata, ignorata dai più, spenta nella disperazione dei vinti, quelli che a parità di vita infelice (come l’ha poi avuta la Callas) non hanno nemmeno la consolazione di aver veramente contato qualcosa come persona e artista.

Alessandra Anzivino

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