Traendo spunto dall’affannosa e tardiva ricerca, messa in atto solo all’antivigilia di Natale da un ritardatario studente austriaco della Philipps-Universität di Marburgo, con lo scopo di reperire presso la biblioteca del prestigioso istituto il materiale necessario per la sua tesi su San Nicola da presentare il 27 dicembre, Matteo Strukul ci costringe a un balzo nel tempo rimandandoci al lontano Medioevo, agli albori del 1200.
Un balzo nel tempo che consentirà fortunosamente al pigro studente di accedere al manoscritto redatto presso il Priorato dei Cavalieri Templari di Venezia, in San Giovanni da Girolamo da Padova, scrivano dell’Ordine. Manoscritto che riferisce la perigliosa e valorosa avventura narrata dal protagonista della stessa, il cavaliere Kaspar Trevi.
Manoscritto che diverrà occasione di romanzo ambientato alle soglie del 1200 in un frenetico rincorrersi alla caccia di un male oscuro che lo pervade tra Bari, Roma e Venezia. Ancora una volta Strukul privilegia per la sua storia una densa atmosfera storica, atta, senza sbavature, a ben descrivere e inquadrare la tenebrosa ambientazione medioevale del suo narrare.
Nel 1199, il giovane erede al trono di Sicilia, Federico Ruggero di Hohenstaufen ha appena cinque anni. Marcovaldo , suo tutore e reggente fino alla maggiore età , si era posto subito in profondo contrasto con il pensiero dei papi, prima Celestino III poi Innocenzo II, che entrambi gli avevano comminato la scomunica.
1999, siamo a Bari il giorno della vigilia della festa del Santo patrono san Nicola (il famoso Santo che proprio da Bari si spinse portando il suo culto fino all’estremo nord), e Kaspar Trevi, cavaliere templare, esorcista, appartenente al ristretto gruppo di cavalieri esperti di demonologia fondato da Bernardo di Chiaravalle, arrivato in città per quella occasione, verrà fatto cercare, poi convocare e infine ingaggiare dal reggente del Regno di Sicilia, Marcovaldo di Annweiler, in visita a Bari per assistere ai festeggiamenti, onde far luce su un orrendo delitto.
All’alba un uomo è stato trovato appeso ai merli della fortezza, con il ventre squarciato con inaudita violenza e le viscere esposte.
Il morto è Giuseppe Filangieri, un tempo stimato consigliere della defunta regina Costanza di Altavilla e le modalità del ritrovamento del suo cadavere fanno subito pensare a un omicidio demoniaco.
Marcovaldo di Annweiler non esita a incolpare di quella mostruosa atrocità Filomena Monforte, la giovane e bellissima dama della regina, su cui si fa ricadere anche la terribile accusa di stregoneria. L’ordine del reggente per Kaspar Trevi infatti sarà uno, solo e categorico: ritrovare la donna e tradurla in catene davanti alla giustizia.
Ma la giovane donna è scomparsa. Senz’altro fuggita per non essere imprigionata. Ragion per cui il reggente ordina a Kaspar Trevi di rintracciarla ovunque e catturarla a ogni costo.
All’inseguimento di Filomena Monforte, Kaspar Trevi sarà costretto a risalire la penisola da sud verso nord, in un romanzesco viaggio gravido di innocente sangue versato e di morte. La trama da Bari si sposta a Roma e infine Venezia. Con Bari in fermento per la festa di San Nicola, Roma, in decadenza per secoli dalla caduta dell’impero romano, ormai in mano a pontefici agganciati al potere temporale e Venezia, già fascinosa ma ancora legata a usi bizantini, faticosamente eretta tra mare e fango e ben diversa dalla città che diventerà nel XV e XVI secolo.
Kaspar, semi impotente, sarà costretto a rincorrere una tragica scia di sangue e morte perché in ogni città ove la giovane donna troverà provvisorio appoggio e rifugio, qualcuno verrà barbaramente ucciso. Cosa nascondono davvero tutti questi efferati omicidi sui quali il protagonista dovrà indagare? Sono legati a intrighi di corte? Filomena Monforte è davvero una strega, o un pericolo, molto più reale e tangibile del diavolo, è pronto e in agguato nell’ombra?
Un romanzo che narra di un medioevo circonfuso di barbarie, superstizione, eresia e stregoneria. Stregoneria espressa dai roghi a venire nei secoli successivi, ma qui usata ed arte ed esaltata nel suo intento di far tabula rasa del diverso, del razionale.
Bene e Male si inseguono e si mischiano, ininterrottamente, in un macabro balletto tra il bianco della neve, il vermiglio fluire del sangue e il profondo nero del male, ma come in una antica e fiabesca ballata medievale che ci rimanda alle leggende sassoni, dove il cavalleresco protagonista deve essere per forza un eroe senza macchia e senza paura. Un romanzo, insomma, fatto di avventura, cospirazione, arcano, passione e mito. E in sovrappiù: la vita di San Nicola, le memorie e le cronache tramandate nei secoli di colui che, in un lungo ed intrigante sviluppo di trasformazione popolare, l’ha fatto diventare il Santa Claus per ogni bambino.
Come ho già detto, intendo rimarcare la ricerca fatta e la puntuale ricostruzione dell’ambientazione basso medioevale. Intrigante anche la sapiente miscela di richiami magici, tradizioni popolari, che dalla seconda metà del romanzo si dilatano e introducono la storia in una chiave più nordica sempre cara a Strukul e più simile alla dimensione della favolistica dell’antica Europa dell’est.
N:B: San Nicola è anche considerato santo patrono della Lorena, della città di Amsterdam e della Russia (in Siberia poi, tra le tribù dei Nenci convertite al cristianesimo, l’antico Dio dei padri è stato sostituito dalla figura di San Nicola, da loro chiamato Mikkulai, oggetto di profonda venerazione).
Nelle località dell’Arco Alpino (Svizzera, Austria, Alto Adige, Trentino, Slovenia) San Nicola è solitamente accompagnato da un personaggio chiamato Krampus (Knecht Ruprecht nelle località più settentrionali) una sorta di diavolo a cui si attribuisce il ruolo di punitore di bambini. San Nicola è molto popolare anche in altri paesi Europei (Paesi Bassi, Francia, Belgio, Austria, Svizzera, Germania, Estonia, Repubblica Ceca e Slovacchia).
Nei Paesi Bassi, in Belgio e in Lussemburgo, Sinterklaas (Kleeschen in lussemburghese) viene festeggiato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, data in cui scende da camini e distribuisce i doni.
Il culto di san Nicola fu portato fino a Nuova Amsterdam (New York) dai coloni olandesi ( San Nicola famosissimo ad Amsterdam, dove arriva in barca sui canali), sotto il nome di Sinterklaas, dando successivamente origine al mito nordamericano di Santa Claus, diventato poi in Italia Babbo o Papà Natale.