La paziente scomparsa – Liz Lawler



Liz Lawler
La paziente scomparsa
Newton Compton
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Un’ inquietudine senza fine, una rabbia sopita per un destino crudele, beffardo e oltretutto con l’appendice di un risvolto che non affiora.
Non saprei in che altro modo iniziare per descrivere la nuova fatica letteraria della scrittrice britannica Liz Lawler.
Il libro inizia con una ragazza che in uno stato catatonico alquanto pronunciato cerca e scava all’interno di un obitorio, frugando fra le celle dei vari cadaveri alla ricerca di una persona a lei cara; il proseguio della storia è quindi tutto incentrato su questa falsariga, con atmosfere cupe ed enigmatiche, angoscianti.
Il tema ricorrente del libro è l’esistenza maltrattata, sia dal creato sia dal creatore per intendersi.
Tutto quello che circonda la giovane donna sembra accanirsi contro di lei, una famiglia assente, una vita relazionale inesistente, una società indifferente e soprattutto persone e persone pronte a mettergli i bastoni fra le ruote, tanto da creare in lei un profondo senso paranoico di vittima sacrificale al cospetto del mondo.
Lo scheletro della storia narrata è poi un enorme senso di colpa della protagonista, incapace a suo dire di non essere stata capace di proteggere e quindi aver perso l’unica persona al mondo a cui si sentiva sentimentalmente legata.
La ricerca spasmodica della sorella scomparsa trasporta il lettore all’interno di vicende nere ed oscure dove tutto appare possibile ed infine niente risulta vero.
La paziente scomparsa è un thriller molto ben strutturato ma molto cauto nello svolgersi; l’angoscia e il senso d’impotenza di fronte a forze oscure che opprimono catapultano la protagonista ed i lettori nel baratro del nero, dove i soli privilegiati appaiono i morti.
Lo sfondo tranquillo di piccole cittadine inglesi non incide sul romanzo, i luoghi potrebbero essere anche altri, nessuna importanza ha la geografia del territorio, il padrone del libro è il mistero che affligge la vita della protagonista e della sua sorella.
A far da corollario a tutto questo si aggiungono altre misteriose scomparse ed una non chiara vita trascorsa fra le corsie d’ospedale, fra infermiere pazze, medici che trafugano organi e vite che non hanno nessun valore al cospetto di altre.
Se cercate un libro che vi faccia trattenere il fiato e vi invogli ad andare avanti per scoprire la verità lo avete trovato.
Io personalmente non ho trovato per niente difficile leggere il libro che è volato via leggero, cavalcando l’onda della curiosità per svelare i misteri insiti in sé.
Giunto alla fine sono restato un attimo interdetto, come se un leggero senso di rabbia mi avesse pure a me pervaso.
“Lasciate ogni speranza o voi che entrate”, scomodando Dante Alighieri potrebbe anche essersi intitolato così.

Gianmarco Andreuccetti

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