La progenie



hogan/del toro
La progenie
mondadori
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L’affermato dottor Eph Goodweather, ormai è giunto ai vertici dell’Ente prevenzione malattie infettive, ma la sua brillante carriera lo ha portato a dover sacrificare la famiglia arrivando al divorzio e alle lotte per l’affidamento dell’unico figlio. Proprio durante un prezioso week-end con il suo bambino, Eph è chiamato urgentemente ad indagare sulle misteriose circostanze che hanno portato al decesso di equipaggio e passeggeri di un boeing 777, proveniente dalla Germania, atterrato regolarmente all’aeroporto di New York.

Dopo aver escluso la possibilità di un attentato terroristico, tutti gli indizi conducono ad una malattia sconosciuta sviluppatasi all’interno dell’aereo in brevissimo tempo. Coadiuvato dalla collega Nora Martinez, Eph dispone il trasferimento delle salme negli obitori cittadini e il ricovero dei quattro superstiti in isolamento. Lo stato in cui appaiono i cadaveri e le indagini cliniche sui sopravvissuti portano a rivelazioni sconcertanti, ma l’origine del morbo non può essere spiegata nemmeno dalle più moderne nozioni biochimiche.

Ad infittire il mistero si aggiunge la successiva scomparsa dei cadaveri dall’obitorio e il loro avvistamento presso le famiglie d’origine.

L’unico uomo che conosce il segreto di quest’orrenda epidemia è il vecchio Abraham Setrakian, un insegnante di folklore in pensione che, molti anni prima è stato testimone del medesimo orrore. Informato dai media del disastro aereo, Abraham si unirà ad Eph e Nora per fermare la pericolosa epidemia, che sta trasformando i cittadini di Manhattan in fiere assetate di sangue, determinato a scontrarsi, ancora una volta, con l’incarnazione dell’incubo che lo perseguita fin dall’infanzia.

Del Toro e Hogan ci propongono un brillante thriller soprannaturale nel quale gli elementi folklorico-fiabeschi si intrecciano alla fantascienza creando mostri verosimili e, di conseguenza, ancor più agghiaccianti. La cronologia delle vicende è ben scandita dalla suddivisione in capitoli, separati da un’inquietante pagina nera e intervallati da flash-back relativi al passato di Abraham Setrakian. Le rivelazioni sono precedute dalla giusta dose di suspence e non mancano adrenaliche scene d’azione e violenza in grande stile. Ad impreziosire la trama si aggiungono alcuni riferimenti all’infanzia di alcuni personaggi: bambini che credevano nei mostri e, da adulti, sono ancora in grado di riconoscerli.

Al pari dei film “Blade II” e “Il Labirinto del Fauno”, il talento visionario di Del Toro è palpabile anche nelle pagine del romanzo che, non a caso, dedica a tutti i mostri della sua nursery. Affinchè non lo lascino mai solo.

daniela bolognini

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