La stella del deserto è l’ultima fatica degli investigatori Henry Bosch e Renée Ballard e del maestro del giallo d’azione americano Michael Connelly ed è davvero un thriller mozzafiato, un autentico page-turner, se mi passate l’anglismo che rende bene il desiderio di voltare rapidamente le pagine per arrivare al più presto al finale.
Dopo molte avventure un Harry Bosch settantenne è un poliziotto in pensione che si dedica ad alcuni casi in qualità di detective privato.
Renée Ballard, dopo essere stata sul punto di lasciare il LAPD e di mettersi in società con Bosch in un’agenzia di investigazioni, è rientrata nei ranghi della polizia di Los Angeles e ora è a capo della nuova unità che si occupa di cold cases voluta dal consigliere comunale Jake Pearlman, la cui sorella è stata violentata e uccisa molti anni prima senza che se ne sia trovato il colpevole.
Si tratta di una strana unità che arruola poliziotti in pensione, civili e un procuratore pure pensionato. Bosch, riluttante al principio a far parte dell’unità, alla fine accetta con la promessa di poter indagare sul caso freddo della famiglia Gallagher, quattro persone sterminate otto anni prima e ritrovati sepolti nel deserto un anno dopo.
L’unità però sta già indagando sul caso della sorella del consigliere Pearlman, dal momento che Ballard ha l’impressione che il destino della sua unità sia legato al successo o all’insuccesso di questa indagine.
Naturalmente Bosch sarà indispensabile per l’individuazione dell’assassino della giovane Sarah Pearlman che si rivelerà essere addirittura un serial killer e la cui scoperta sarà un grandioso colpo di scena che da solo vale tutto il romanzo anche se i lettori più smaliziati e appassionati del genere potrebbero avere dei sospetti.
Il ritmo del romanzo è velocissimo come velocissimi sono gli spostamenti dei protagonisti in lungo e in largo per Los Angeles e anche in altre parti degli USA.
Los Angeles costituisce un vero e proprio personaggio nei libri di Connelly e, anche per merito della serie televisiva, non si può pensare a Harry Bosch senza immaginarlo nella sua casa che sovrasta la metropoli.
Un altro apprezzabile aspetto di La stella del deserto è la ricchezza di particolari che riguardano l’indagine. Il lettore accompagna davvero gli investigatori nei loro passi alla ricerca della verità, nulla è nascosto a chi legge e non ci sono conigli che escono dal cappello alla fine e, come dicevo in precedenza, può addirittura mettere alla prova le sue abilità di detective.
Se si può trovare un difetto a questo romanzo potrebbe essere il fatto che il ritmo forsennato e l’abbondanza di particolari vanno a scapito dell’approfondimento psicologico dei personaggi. Gli appassionati della serie di Bosch e Ballard, di cui La stella del deserto è il quinto episodio, sanno già quasi tutto dei loro beniamini, ma chi volesse leggere solo questo romanzo non verrebbe a sapere molto dei protagonisti.
Tuttavia l’umanità di Bosch nei confronti delle vittime traspare nella sua ostinazione nel riferirsi al caso Gallagher come al caso della famiglia Gallagher e in altri particolari che non possiamo svelare adesso.
Alla fine anche questo caso sarà risolto e Bosch e Ballard spargeranno le ceneri delle quattro vittime nel deserto in mezzo a una moltitudine di stelle del deserto, fiorellini bianchi che riescono a sopportare le difficili condizioni ambientali.
Per concludere consiglio questo romanzo a chi ama i thriller veloci e ricchi di azione con un’ambientazione urbana, solidi investigatori e colpevoli molto cattivi.