Besame mucho



Mario Paternostro
Besame mucho
Mondadori
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Besame Mucho è il terzo romanzo del giornalista genovese Mario Paternostro con protagonista il Commissario Falsopepe, che avevamo visto all’opera già in “Troppe buone ragioni” (Il Melangolo) e “Le povere signore Gallardo” (Mondadori, finalista al Courmayeur Noir in Festival).
Il libro si svolge nella Genova rutilante e illuminata a festa della Vigilia di Natale. Il commissario Ferruccio Falsopepe vorrebbe solo potersene tornare tranquillamente in Puglia, per festeggiare con parenti e amici all’ombra dei truli di Ceglie Messapica. Ma il lavoro del tutore della legge non ha orari e non fa onore neppure alle festività comandate; così può capitare che quella stessa notte il Nostro integerrimo protagonista venga convocato d’urgenza sul treno notturno Genova-Parigi, dove in un wagon-lit è stato ritrovato il corpo senza vita del senatore Mansurati, avvocato ed esponente della Democrazia Cristiana, ucciso da un’iniezione letale a base di un rarissimo veleno estratto dal pesce palla (o fugu). Ma chi poteva avere interesse a uccidere Mansurati? E sopratutto perché? L’indiziato più probabile è il vicino di wagon-lit, scomparso dal nulla e che, dai documenti. risulta morto tre anni prima. Eppure tutti l’hanno visto in treno, insieme al senatore, non più tardi di quella sera stessa… Le indagini, in cui Falsopepe si tuffa a capofitto, sembrano convergere in un primo momento sul fratello di Mansurati, Federico detto Freddy, che da giovane è stato uno dei più noti playboy sulla scena ligure, protagonista di un bagno notturno con i Beatles e perfino di un chiacchieratissimo flirt con la celebre cantante spagnola Carmita Suarez (ispirata, fin dal titolo del romanzo, a Consuelo Velazquez). Ben presto, però, la rosa dei sospetti si allarga, gettando ombre inquietanti sul nome dei Mansurati e portando alla luce vecchi rancori, segreti che dovevano rimanere sepolti e nuovi, inquietanti interrogativi. Per fortuna Falsopepe non è solo. Al suo fianco nell’indagine ci sono colleghi e amici di lunga data, come il piemme Silvia Conti e il libraio Andrea Serravalle, o il funzionario francese Etienne Bellechassee, suo compagno di studi all’Interpol. Ma l’omicidio del senatore ha catturato anche l’attenzione della stampa, che si appresta a seguire una sua pista parallela per arrivare alla verità.
Nonostante le quasi 320 pagine, il libro scorre via in un soffio. Paternostro riesce a combinare con grande talento una scrittura melodiosa e malinconica con la rievocazione nostalgica degli spensierati anni ’60, fra playboy e divi del jet set che non sembravano poi così lontani; in un’atmosfera da  “Dolce vita” felliniana il racconto si muove agilmente fra i vari piani temporali, senza per questo confondere il lettore, che si ritrova a seguire con il fiato sospeso l’intricata matassa degli eventi.  Particolarmente riuscita la descrizione dell’assassino che ha molto di quegli inquietanti personaggi hitchcockiani dallo sguardo impassibile, che nascondono l’inferno dietro i loro occhi vuoti. Una lettura affascinante che farà venire voglia di approfondire il periodo in cui si svolgono i numerosi flashback e procurarsi i primi due libri con le avventure di Falsopepe.
Cristina Pezzica

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