Adele Marini, scrittrice, saggista e giornalista, non ha certo bisogno di presentazioni. E anche il suo ultimo libro, L’altra faccia di Milano (Fratelli Frilli Editori) coglie, come i precedenti, nel segno.
La storia è di nuovo ambientata a Milano, ancora con protagonista il sanguigno, corpulento commissario della Omicidi Vincenzo Marino, napoletano trapiantato, che questa volta soffre come un cane per la lontananza della sua amata ex vice, Sandra Leoni, trasferitasi, forse momentaneamente, a Roma, per stare vicino al figlio adolescente Giacomo.
Marino deve ora occuparsi del turpe omicidio di un ragazzino, più o meno coetaneo di Giacomo, trovato soffocato in un parco cittadino. Bullismo, pedofilia, o cos’altro ancora? La sorprendente verità alla fine sarà, se possibile, ancora più grave e preoccupante.
Le indagini intanto procedono ma la vita di Marino e della bella Leoni, coinvolta sempre telefonicamente ma spesso anche di persona, si complica parecchio quando entrambi scoprono di essere stati designati eredi testamentari dal misterioso colonnello Glauco Sereni, già ufficiale dei carabinieri e dei servizi segreti, morto tragicamente qualche mese prima in un incidente d’auto con molti, molti punti oscuri.
Se accetteranno l’eredità, i due si troveranno a dover spartire con il colonnello anche i tragici e dolorosi segreti relativi alle pericolose missioni svolte da quest’ultimo nella ex Jugoslavia al tempo della atroce guerra civile che insanguinò il Paese, una ventina di anni prima, e di cui i due troveranno traccia in un hard disk.
E così il romanzo, con una intuizione molto particolare, si andrà a dipanare su due piani ben distinti, in apparenza scollegati ma in realtà uniti da un tragico fil rouge: la tragica e ineluttabile stupidità del male. Da una parte l’indagine sulla morte dell’adolescente, dichiaratamente una finzione letteraria, dall’altra la lettura dell’avventuroso diario del Gheppio, soprannome del misterioso Sereni, che l’autrice ci dichiara come autentico.
Davvero realtà o un’altra finzione letteraria? Al lettore decidere.
Il risultato importante è comunque che il libro “funziona” alla grande. Adele Marini scrive, ovviamente, benissimo, il ritmo è incalzante, la storia, pardon, le storie ci sono, la suspense pervade tutte le pagine (forse ancora di più quelle del “diario”, che ha molti agganci alla effettiva realtà dolorosa degli anni della guerra civile, dei massacri di massa, della spietata pulizia etnica), i caratteri saltano fuori empatici e ben disegnati (imperdibile, tra l’altro, tra le figure minori, quella di Edoardo… andate a vedervi chi è…) e, insomma, il romanzo si legge tutto d’un fiato.
Finale a sorpresa, con diversi piccoli “botti” uno dietro l’altro, molto ben orchestrati.
Adele Marini sarà tra gli ospiti del NebbiaGialla Suzzara Noir Festival dal 3 al 5 Febbraio
ospiti e programma al link
http://nebbiagialla.eu/