Non č successo niente

La presenza dell’anziano professore diventa quindi indispensabile perché si intuisce che di fronte ad una situazione di questo genere non è possibile procedere con la logica tradizionale, occorre qualcuno che interpreti, che aiuti gli inquirenti a trovare brandelli di indizi in quel borbottio insensato e continuo, nelle azioni sconclusionate e repentine dei malati mentali, quasi tutti irrecuperabili, che vivono nell’istituto e che il professore conosce bene per la maggior parte. La vicinanza spirituale che lo lega ai dementi e ai follie, le strade labirintiche e tortuose che l’uomo cerca di intraprendere seguendo un’acuta capacità di immedesimazione e di intuizione, si mescolano con la rievocazione dei suoi dolori personali, con le riflessioni lievi o pesanti sul senso della vita, sulla vecchiaia.
Sulla follia, soprattutto. "Il primo regalo che ci fa il mondo è questo: demenza e morte. Siamo tutti candidati perfetti". Sembra quasi casuale il fatto che una persona imbocchi una strada oppure l’altra, da una parte una vita normale (ma è possibile definirla così?), dall’altra la follia nelle sue diverse forme estreme, catatonia, furore, delirio, ossessioni. E in questo palcoscenico che mescola tutti i suoi ignari attori, malati e sani, si svolge l’indagine, lenta e riflessiva del professore, assolutamente coerente nei suoi salti logici, tanto da far sembrare gli interventi sporadici del commissario che segue la vicenda, assolutamente fuori luogo nella loro strutturazione pragmatica e razionale. Nei dialoghi fra i due sembra infatti che sia il commissario quello che usa categorie, idee, linguaggi assolutamente inutili e fuori posto. E’ infatti l’anziano psichiatra che scoprirà ciò che è accaduto attraverso le irrazionali manifestazioni dei malati.
Tutto il romanzo è scritto in prima persona con una capacità linguistica rara in un esordiente, che riesce a rendere la figura del professore molto più lieve e profonda allo stesso tempo, con le sue riflessioni, a volte estemporanee, i suoi ricordi, i suoi commenti. Ferrosa vecchiaia viene definita la sua età dallo psichiatra e già diventa diversa da una descrizione di giunture mal funzionanti. "Ora me ne vado per i miei camminamenti e mi sento leggero". E la sensazione di leggerezza si trasmette alla figura del protagonista.
E per rispondere all’incertezza iniziale sul genere di questo romanzo, possiamo lasciare aperta la questione, affermando semplicemente che è un libro da leggere e da rileggere.
Non č successo niente- giuseppe aloe - perrone
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