Tornati in libreria il 14 maggio con il loro terzo capitolo della saga medievale,che vede anche stavolta come principale protagonista Bonaventura da Iseo, seguace di Francesco d’Assisi, frate alchimista, e investigatore ante litteram, che mischia un po’ il carisma di Guglielmo di Bakerswille, il francescano di Eco nel Nome della Rosa, al ventaglio degli avventurosi protagonisti dei romanzi di Michael Jecks. Bonaventura da Iseo è un personaggio storicamente esistito. Si ignora la data della sua nascita, che si presume nella seconda metà del sec. XII perché secondo la testimonianza di Salimbene da Parma nella sua Chronica, Bonaventura era già anziano nel 1249. La sua carriera nell’Ordine dei frati minori certifica che fu provinciale di Provenza, di Genova, di Bologna e di Treviso. Ma le lacune che circondano la giovinezza e la prima maturità di Bonaventura, il geniale alchimista e inquirente francescano, hanno autorizzato gli autori a servirsene per costruire un personaggio di grande spessore. Un altro giallo squisitamente storico, dunque, la cui soluzione verrà affidata di nuovo a Bonaventura da Iseo. Anche stavolta per proteggere il tragico segreto legato alla stirpe degli Annecy, il francescano investigatore guerriero dagli occhi color cobalto, sarà costretto a fare un pericoloso viaggio che da Ancona lo porterà ad Acri. Ma ora mi pare d’obbligo qualche cenno sulla trama del nuovo e terzo titolo della corposa saga di Pierpaolo Brunoldi e Antonio Santoro: La profezia del tempio perduto, ideale conclusione delle avventurose peripezie dei due precedenti romanzi legati a una misteriosa profezia. Aprile 1220: Bonaventura da Iseo si è rifugiato da mesi con Fleur e il suo bambino Ruggero, sotto la sorveglianza di Davide, cavaliere del Tau, nel monastero di Santa Maria in Portonovo sul Monte d’Ancona (il Conero), in attesa di notizie e ordini da Francesco. Ma proprio quando finalmente potrà leggere le istruzioni inviategli da Acri da Damiano, bibliotecario e traduttore francescano, celate in una lettera nascosta in un antico libro lettera in cui si parlava sì della Profezia ma anche di ben tre medaglioni, il loro rifugio verrà scoperto dai nemici. Davide sarà barbaramente ucciso, il piccolo Ruggero verrà rapito, sua madre, Fleur nel tentativo di riprenderlo precipiterà in mare e lo stesso Bonaventura gravemente ferito dovrà aspettare di ristabilirsi per poter partire. Giugno 1220 Acri . Dopo il lungo viaggio che da Ancona l’ha portato ad Acri, la superstite e infida capitale del Regno di Gerusalemme sotto il ferreo controllo degli Ospitalieri, Bonaventura ha raggiunto il convento francescano della città vicino alla Porta di Sant’Antonio dove ha ritrovato i confratelli Luca ed Elia da Cortona, responsabile della comunità per la provincia di Oltremare. Tutti frati sono in attesa di notizie di Francesco che a Gerusalemme ha stabilito un buon rapporto personale con i saraceni ma una ferale voce raggiunge il convento. Ai piedi della fortezza degli Ospitalieri è stato ritrovato il cadavere martoriato di un frate. Bonaventura e Luca, accorsi subito sul luogo, scopriranno che l’ucciso è Damiano da Benevento il frate che aveva scritto a Bonaventura per farlo arrivare ad Acri. Il morto stringe ancora tra le mani i resti anneriti di una pergamena bruciata. Enrico, priore dell’ordine degli Ospitalieri , affida a Bonaventura da Iseo il compito di indagare sul delitto e riferire solo a lui. Ma la strada sarà lunga, costellata di incomprensioni, contrasti, pericoli e continui agguati. Molto presto, l’investigatore frate si renderà conto che dietro a quel delitto c’è la mano della stessa antica setta che voleva ucciderlo in Italia. E scoprirà anche che l’omicidio è connesso strettamente alla scomparsa del manoscritto di cui parlava Damiano, il frate assassinato: La profezia del sangue. Un manoscritto che contiene un terrificante segreto, addirittura un qualcosa che potrebbe cambiare il destino del mondo e causare la venuta dell’Anticristo. In un diabolico magico intreccio dominato dall’inganno e dalla violenza, tra oscuri cunicoli e fortezze che si dicono inespugnabili e millenari santuari divini, Bonaventura metterà nuovamente a rischio la sua stessa vita per fare fallire a ogni costo un diabolico piano. E dovrà farlo perché in gioco potrebbe esserci il futuro della cristianità … Con meticolosa e colta accuratezza nella ricostruzione storica di un’oscura epoca medievale, Brunoldi e Santoro trasportano il lettore in un cammino alla ricerca di una verità che si delinea poco a poco, tracciando uno scenario quasi inimmaginabile. Il lato più torbido degli uomini si nasconde tra le pieghe delle iniquità . Secoli bui in cui regnavano le forze del male, coperte da gloriosa sacralità . Trama avventurosa in cui la narrazione mischia tranquillamente esoterismo, storia e fantasy ma che trascina il lettore. Scrittura misurata, libro divertente e piacevole, descrizioni interessanti, ambientazioni sempre molto curate e plausibili, storia scorrevole, insomma tirate le somme una fiction che funziona.
Pierpaolo Brunoldi e Antonio Santoro hanno scritto insieme La fortezza degli inquisitori, precedentemente pubblicato con il titolo La fortezza del castigo, Il monastero delle nebbie e La profezia del tempio perduto, tutti pubblicati dalla Newton Compton.
La profezia del tempio perduto – Antonio Santoro e Pierpaolo Brunoldi
Patrizia Debicke