Nel tempo sbagliato – Bruno Morchio



Bruno Morchio
Nel tempo sbagliato
Garzanti
Compralo su Compralo su Amazon

È un lunedì di maggio del 1994, Bacci Pagano si è appena separato da Clara, sua moglie. Le condizioni del giudizio  sono state dure, anzi l’hanno proprio “mazziato” dal punto di vista economico e in più non può vedere sua figlia Aglaia, affidata alla mamma.
E dunque nuova vita da quarantenne uomo solo, in crisi, ma anche  nuovi orizzonti.
La riqualificazione della zona, e un’ offerta che non poteva rifiutare, l’hanno portato a vendere la casa di via del Colle, centro storico, dove era arrivato bambino piccolo, e quindi a lasciare l’ufficetto di San Martino e, accettando il saggio consiglio del Capitano, ha preso al volo un’occasione imperdibile, comprando in stradone  Sant’Agostino due alloggi contigui al prezzo di uno. Ovverosia un appartamento di sei vani, più un monolocale con bagno sulla stesso piano da destinare al lavoro. Ha già avviato la ristrutturazione e sta per  affrontare il faticoso trasloco di ufficio e abitazione. Traduci: caos, abiti, oggetti e carte introvabili  e scatole dappertutto.
Ma sarà ancora nel vecchio ufficio, in  mezzo agli scatoloni, dove  lo troverà Carlo Pizarro,  ricco uomo d’affari, ormai vicino alla cinquantina, laureato in economia e che con i tanti soldi accumulati speculando in borsa in spregiudicate operazioni finanziarie, esibisce tutto  se stesso  nel suo modo di porsi e di vestire. Sicuramente un personaggio particolare, anacronistico, un nostalgico degli anni cinquanta, che vorrebbe affidare a Bacci Pagano  l’incarico di ritrovare la venticinquenne moglie scomparsa. Canticchia tra sè  il ritornello di Irresistibilmente, gran successo di allora di Sylvie Vartan  e, dalla foto che  consegna a Bacci, la  sua giovane moglie, la bella ucraina di nome Myra, diminuitivo di Miroslava Rostova, che Pizarro ha sposato da due anni  assomiglia a Sylvie Vartan. Myra, venuta in Italia per frequentare i corsi di lettere e che poi si è laureata con una tesi su Marziale, oggi è una ricercatrice universitaria specialista della lingua latina.
Secondo la versione del marito, la giovane donna è scomparsa, portando con sé solo  la borsa con i vestiti e  lasciandolo da solo a dormire, a bordo di una splendida imbarcazione a vela di più di  12 metri.
Pizarro spiega che prima Myra si era sentita male. Aveva vomitato durante la  navigazione  tanto che erano dovuti rientrare a terra  prima del previsto.
L’uomo preferisce non coinvolgere la polizia. Secondo lui sua moglie ha deciso di allontanarsi, non sa il perché ma vuole ritrovarla. Ah, e particolare di non poco conto, prima di sposarlo Myra  si pagava studi e soggiorno in Italia, lavorando come entraineuse  al Gardenia, un buon night club del centro. Lei , infatti, è l’unica figlia di una coppia di stimati professori, ma come tutti nel loro paese sottoposti a severe restrizione economiche e dunque impossibilitati a finanziare una scuola all’estero.  Genitori con i quali aveva uno splendido rapporto e  manteneva un costante contatto telefonico. Pizarro esclude una fuga per amore. Insomma, la presenza di un altro uomo nella vita della moglie . E non lo preoccupano le spese da affrontare… 
Pagano accetta, pur se con riserva.  Allerta subito in privato l’amico commissario Pertusiello, abbastanza dubbioso, al quale chiede lumi sui movimenti bancari di Myra Rostova. Poi sale in Vespa  e comincia a indagare partendo dal night-club dove scopre, per bocca del gestore che Myra era una affascinante entraineuse, coltissima, parlava 4 lingue,  molto diversa dalle altre e con un unico vero scopo nella vita: studiare. Passa quindi alla ex collega, una bella ragazza con la quale coabitava prima del matrimonio e che è stata sua testimone di nozze e al più vecchio amico in Italia di Myra, un musicista gay, da lei conosciuto e frequentato quando, appena arrivata, viveva all’ostello…
All’inizio, la ricerca di Myra confonde e intriga  Bacci cacciandolo in un intricato gioco di riscontri che rischia di metterlo fuori strada. Poi invece…
E nel frattempo pian piano, La giovane ukraina (novella Ipazia?) che ha consacrato la giovinezza a un  lontanissimo  passato e a una lingua morta che nessuno sa parlare, facendoli quasi rivivere con lo splendore della sua passione, si rivela  come una persona  geniale, forte e determinata che va dritta per la sua strada,  puntando solo ed esclusivamente alla sua meta.  Una persona con un unico granitico  ideale per il quale nient’altro conta che la cultura, costretta  al confronto  con la pochezza, l’ambiziosa mediocrità e il desiderio di possesso del marito.
Per fortuna  Mara, la sua fidanzata psicologa che, appena tornata da Londra, ha accolto Bacci in casa e nel suo letto, salvandolo provvisoriamente dagli scatoloni, saprà suggerirgli una valida scorciatoia per sbrogliare il caso, costringendolo ad approfondire, a immedesimarsi, a sforzarsi di comprendere i tanti altri punti di vista della natura e dei sentimenti umani che possono arrivare a toccare vette di egoistico lirismo ma anche a sprofondare in voragini di assoluta bassezza. Fino a generare l’incapacità di concedere libertà  al corpo e alla mente di una persona.
Con la sua consueta bravura, Bruno Morchio, muta il corso del tempo e con un altro azzeccato flash back che fa rivivere a  Bacci Pagano tanti ricordi e rimpianti di un’altra stagione della sua vita, ci ringiovanisce tutti di quasi trent’anni. Un regalo ma allo stesso tempo il pugno allo stomaco di un’indagine cruda e amara condotta  dal suo personaggio cult e in assoluto il più suo, l’investigatore dei carruggi Bacci Pagano.
Con per imperdibile scenario una Genova in continuo divenire che ha già imboccato il suo cammino  di metamorfosi da città operaia e industriale ad agognata  attrazione turistica arricchita dalle dorate ma false promesse  del capitalismo rampante e già pronta ad approdare al nuovo millennio.
Ormai è già diventata il passato quella deliziosa melodia cantata negli anni cinquanta da una irresistibile Sylvie Vartan:
«Piano piano,
ma irresistibilmente
torno da te.
La mia vita
irresistibilmente
corre con te.» 

Bruno Morchio vive a Genova. Ha pubblicato articoli su riviste di letteratura, psicologia e psicoanalisi. Il suo romanzo Il profumo delle bugie è stato Premio Selezione Bancarella 2013. È autore di altri undici libri che hanno per protagonista l’investigatore privato Bacci Pagano.

Patrizia Debicke

Potrebbero interessarti anche...