Le regole del gioco



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Le regole del gioco
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Chi ha ucciso Arkadij Orlov, un ricco e occidentalizzato oligarca russo che vive a Saint Tropez? E perché?

Orlov era sorvegliato dei servizi segreti del suo paese, ma anche da quelli francesi e italiani e il delitto è avvenuto mentre stava per incontrare un agente italiano… Più o meno da qui parte Le regole del gioco, una spy story avvincente e il primo romanzo di Riccardo Perissich, che per anni ha svolto incarichi diplomatici internazionali delicati prima di riciclarsi a manager di grandi aziende italiane. Il suo approccio alla narrativa è indovinato.

Fin dai primi capitoli del suo romanzo, che poi è un giallo thriller ambientato ai giorni nostri, ci fa calare in una oscura ma intuibile e terribile Operazione Cinque Novembre e fa giostrare un personaggio particolare, che cela un antico casato principesco romano dietro il nome Giulio Valente, principale identità fittizia del colonnello dei carabinieri a capo del più delicato settore dei servizi segreti italiani.

Con maestria, Perissich lo cala in un mondo di personaggi reali legati anche alla più recente politica, pur affiancandolo abilmente con una serie di credibili personaggi inventati. E, come cammeo, gli gabella come antenato il mai esistito pontefice Giulio IV. Poi, non pago, ci spiega anche la vocazione vaticana per i servizi segreti: sempre i primi e con una marcia in più… Ma l’ Operazione Cinque Novembre è solo la punta di un iceberg fatale. Valente si troverà coinvolto di un azzardato gioco delle parti in cui seguire le fila, riconoscere il vero dal falso, gli amici dai nemici, diventa quasi impossibile. Un gioco terribile che sembra volergli far perdere tutto quello che ha: i legami affettivi più cari, il futuro, la reputazione, il lavoro, la vita…

Una spy story classica, consueta, adatta a collocazione cinematografica, con buoni e cattivi in situazioni di taglio tradizionale alla John Le Carré, direi, e forse per questo molto godibile in un momento in cui nel settore si privilegiano troppo spesso romanzi diversi, dove il sangue e l’horror sporcano la scena.

patrizia debicke

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