Una storia che sembra uscita dalle pagine di cronaca. Una favola nera del nostro tempo che racconta senza pietà e senza indulgenza alcuna il disagio adolescenziale. La voglia di fuggire da un futuro che non si è scelto e il desiderio di primeggiare ed essere accettati. L’incapacità di accettarsi. Un romanzo che racconta le dinamiche familiari e sociali mettendo a nudo la precarietà e l’inconsistenza dei sentimenti. Il vuoto esistenziale, i sogni e i desideri costruiti su falsi miti e illusioni destinate a rimanere tali. Bianca è disposta a qualsiasi cosa per realizzare il suo sogno. Anche a sacrificare il primo amore e a distruggere la famiglia che la vede come un corpo estraneo. Non vuole rimanere invisibile e reclama con forza il suo posto al sole. La menzogna, l’inganno, la seduzione e il suo corpo sono le armi che ha a disposizione. Armi da utilizzare senza remore e senza alcuno scrupolo di coscienza. È consapevole che il prezzo da pagare potrebbe essere alto e non è disposta a scendere a compromessi. Elena Mearini ci ricorda quanto sia difficile crescere e trovare il proprio posto in una società che ha smarrito innocenza e valori, costruita sull’effimero e sull’apparenza.    Che corre troppo in fretta e non si ferma mai a guardare quello che ha lasciato colpevolmente alle spalle. Il tutto raccontato con uno stile molto personale che mescola senza strappi prosa e poesia. Dove le parole sono sempre scelte con cura e la punteggiatura aiuta a rendere quasi musicale la lettura. Un libro che fa riflettere, che è un po’ specchio e un po’ un pozzo nero dal quale, una volta toccato il fondo, è difficile risalire.
Bianca da morire
Ferdinando Pastori