François Gravel e Martine Latulippe
Così imparate a uscire di notte
Biancoenero
Dalla collana francese Noire arrivano i titoli della italiana Fifa blu. La curiosità, motore di ogni poliziesco per ragazzi, spinge Olivier e Matilde a tentare di capire che cosa significhi la scoperta vicino a un cantiere di uno zainetto giallo semisepolto contenente una piccola t-shirt verde e una vecchia bussola e chi è l’uomo con un cane che li caccia via minacciosamente. Il libro, composto in modo originale e avvincente, intreccia nelle pagine le loro ricerche, osservazioni e intuizioni spesso acute con verbali di polizia, articoli di giornali, foto di reperti giudiziari e tentativi di identikit. L’esattezza e coerenza (due lezioni calviniane) della narrazione e della scrittura, che perlopiù riproduce le deposizioni dei ragazzi e i rapporti investigativi ufficiali, hanno il sapore della sceneggiatura di un film di Hitchcock. Del quale ricorda anche la tensione narrativa ed emotiva, senza bisogno di forzature macabre o splatter, man mano che la vicenda procede. Rare pagine nere riportano i pensieri dell’“uomo nero”.
Quando i due ragazzi capiscono che la maglietta e la bussola appartengono a Iris, una bambina di 7 anni scomparsa, prendono la decisione giusta e si rivolgono alla polizia. La loro testimonianza diventa determinante per la riapertura delle indagini e al tempo stesso spinge l’uomo a tentare di recuperare lo zaino, che lo collegherebbe alla piccola scomparsa, e di eliminare i due impiccioni. Il finale è una corsa (letteralmente) per fermare l’assassino e salvare i ragazzi ormai a portata di mano del killer che vuole vendicarsi: “Così impareranno ad andare in giro di notte”.
Resta ancora un mistero. Cosa ha spinto Olivier e Matilde, che si recavano a una festa con i compagni, ad attraversare col buio quel buco nella recinzione del cantiere? E come mai l’ago della bussola, regalo del padrino a Iris che non se ne separava mai, non segnava il nord, ma il sud-ovest, cioè la direzione del cantiere? Come se una forza magnetica (o di quale altro tipo?) l’attirasse là. È chiaramente un elemento “strano”, come viene definito dagli studiosi del fantastico, per indicare qualcosa di inspiegabile razionalmente, ma al tempo stesso non soprannaturale né magico.
Da 11 anni