L’ora decisiva



Lee Child
L’ora decisiva
Longanesi
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Bolton, South Dakota. Meno trenta gradi, più e meno. Il vagabondo Jack Reacher, dopo infanzia e adolescenza al seguito del padre ufficiale di carriera, 13 anni nell’esercito, già comandante della polizia militare, 1,93 per 113 chili, vive da tempo senza residenza e bagagli. Ha ottenuto passaggio a pagamento sul pullman di anziani diretti al Monte Rushmore. Per un incidente sul ghiaccio si bloccano in un paese non lontano da un penitenziario e da una strana base abbandonata ora occupata da bikers. La testimone Janet Salter potrebbe compromettere i piani del maturo Plato, un burattinaio crudele che opera dal Messico, alto un metro e mezzo, scuro tarchiato rasato, ricco sfondato. L’alias ordina di ucciderla, Jack si ordina di impedirlo. Plato ha infiltrati, forse un poliziotto; Reacher contatta la capa del suo ex ufficio, voce roca e sexy (se si salva la incontra). Sai sempre come ben ti intrattieni con il programmista inglese americanizzato 58enne James Grant – Lee Child (“L’ora decisiva”, Longanesi 2012, pag. 375 euro 17,60; orig. “61 Hours” 2010, trad. Adria Tissoni), in terza elegante. Segnalo scelta a pag. 130 e prova a pag. 275.

 

valerio calzolaio

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