Luna rossa – Jo Nesbø



Jo Nesbø
Luna rossa
Einaudi
Compralo su Compralo su Amazon

Quando un uomo perde tutto e non gli resta più nessuna motivazione per lottare, è facile che si isoli dal mondo e trovi conforto nell’alcol. Se questo qualcuno, però, è uno dei migliori investigatori della polizia di Oslo, con all’attivo la cattura di svariati criminali e specializzato in serial killer, la storia cambia. Diventa più interessante.

Chi ama Harry Hole, gli riconosce il carisma della solitudine, citato più volte tra le pagine. Un modo calzante per definirlo. Tipo quei cani, fedeli al padrone, che non hanno pietà per se stessi. Harry è sempre stato così. Spigoloso, ermetico, enigmatico, però con un grande cuore. Disposto a farsi in quattro pur di salvare coloro che ama. A proteggerli e rischiare la sua stessa vita. E infatti, non per niente si è procurato un dito in titanio, amputato dall’uomo di neve, un serial killer che avrebbe altrimenti ucciso la moglie Rakel e il figlioccio Oleg. E una cicatrice color fegato, che corre impietosa sulla faccia, dall’orecchio alla gola. Ferite visibili di tormenti interiori, ancor più gravi. 

La moglie Rakel, poi, lui non è riuscito a salvarla. E la bottiglia è stata il suo rifugio. Così quando inizia Luna rossa (Einaudi, maggio 2023) Harry Hole è a Los Angeles, una località che aveva scelto a caso in aeroporto, per far perdere le tracce di sé. E adesso che non ha più alcun ruolo in polizia, lui vorrebbe bere fino ad annientarsi.

Una necessità altrui, ancora una volta, avrà la meglio sull’accidia in cui è caduta la sua psiche. Perché in America Harry ha trovato comprensione in Lucille, una vecchia star del cinema, con alcuni problemi economici. Lucille deve parecchi soldi a gente senza scrupoli e Harry sente di doverla aiutare a racimolare la somma, altrimenti lei morirà. 

Nel frattempo, a Oslo, un ricco immobiliarista è accusato di avere ucciso due ragazze. Si paventa la presenza di un omicida seriale, ma l’indiziato è disposto a pagare una cifra esorbitante, pur di avere il migliore in campo a scagionarlo. E il migliore è Harry Hole.

Quest’ultimo è lontano dall’idea di tornare in patria, però a fargli cambiare idea è il compenso. Soldi che servirebbero per salvare Lucille.

Harry accetta l’incarico, anche perché in fondo Oslo gli è mancata. Là sono i suoi amici, la sua vecchia squadra. La sua ex collega Katrine Bratt, col piccolo Gert, un bimbetto di tre anni che potrebbe dargli nuova linfa vitale.

Una volta a Oslo, Harry mette insieme una squadra di reietti, come lui. Un amico spacciatore di coca, uno sbirro corrotto e uno psicologo malato di cancro. Vecchie conoscenze, ovviamente, per chi i romanzi di Jo Nesbø li ha letti tutti. La “sala di comando” sarà quindi una stanza di ospedale, per permettere al morente Stale Aune (lo storico psichiatra) di partecipare alle indagini.

Mai come in questo episodio, Jo Nesbø ha messo in scena una moltitudine di personaggi che possono offrire varie evoluzioni al lettore. L’opera è concepita come un fuoco d’artificio, con colpi di scena che irrompono a catena. Si pensano tante soluzioni, ma l’autore è tutt’altro che prevedibile e renderà cara la pelle anche al lettore più arguto e navigato. L’assassino è difficile da scovare, non fatevi illusioni.

Mentre la città scandinava si prepara a vivere un’eclissi che tingerà la luna di uno strano colore rosso sangue, il gruppo si destreggia tra sospetti, abbagli e colpi sferrati da un assassino diabolico e crudele. “… non un viso, ma una superficie insanguinata, la parte anteriore di una testa dove soltanto i resti bianchi del setto nasale non erano una poltiglia di carne rossa. Come… Katrine non sapeva da dove le venisse il termine… una luna rosso sangue.”

Con la splendida traduzione di Maria Teresa Cattaneo, Stefania Forlani e Eva Kampmann, in grado di dare allo stile di Nesbø la giusta naturalezza, caratteristica che da sempre lo contraddistingue, Luna rossa si rivela un romanzo appassionante, assolutamente da consigliare. Harry Hole è ormai entrato nell’immaginario collettivo neanche fosse reale, tanto che si tende a parlare di lui, piuttosto che del suo autore. Tanto da creare dipendenza e spingere a chiedere: “Quando torni, Harry?”.

Cristina Biolcati

Potrebbero interessarti anche...