L’uomo con il binocolo. I delitti di Falsterbo
Contrariamente a quanto ci si possa aspettare, non fa poi così freddo nella cittadina svedese di Falsterbo: a compensare la rigidità del clima ci pensa infatti lo smisurato calore sprigionato dai suoi abitanti. Difficile non percepirlo non appena si entra nel mondo de “I delitti di Falsterbo” e si fa la conoscenza di Egon, Ragnar e degli altri istrionici protagonisti della fortunata saga scritta da Christina Olséni e Micke Hansen. Nel secondo capitolo intitolato “L’uomo con il binocolo” a mettere in subbuglio la comunità è l’omicidio di Johan Ekblad, uomo di successo e appassionato birdwatcher. Le indagini coordinate da Mårten e Lisa, improbabile coppia di poliziotti della stazione di Skanor, innescano una serie di situazioni paradossali e divertenti, quasi ai limiti dell’assurdo, che finiscono per coinvolgere l’intera cittadina e in particolare i due arzilli ottantenni Egon e Ragnar.
Non c’è tensione, né suspense: nelle 384 pagine del libro perlopiù si ride. Il dramma lascia spazio alla leggerezza ma scavando sotto la superficie emerge soprattutto il minuzioso lavoro dei due autori nel ricostruire le tappe dell’inchiesta: le autopsie, gli interrogatori, orari e spostamenti riportati nel dettaglio inducono il lettore a raccogliere indizi, analizzare i possibili moventi e lo avvicinano progressivamente alla soluzione quasi come in una indagine reale. Non solo: tra sfavillanti fagottini di mela, pappagalline scontrose, piccioni di terracotta e tentativi di seduzione senza età, c’è tempo anche per una riflessione semiseria su contraddizioni e derive della società contemporanea. E in questo quadro un’unica, grande consapevolezza: ridere fa bene, a zero anni così come a ottanta, novanta, cento. Perché non è mai troppo tardi per una vita all’insegna del divertimento e della spensieratezza.
L’uomo con il binocolo
Giulio Oliani