Vani Sarca è ormai un personaggio amato dai lettori. E infatti, dopo il successo dell’Imprevedibile piano della scrittrice senza nome e di Scrivere è un mestiere pericoloso, Alice Basso ce la ripropone in un terzo romanzo che sfodera le stesse caratteristiche dei precedenti: humour à gogò, libri, indagini, amore e Lei, la irrinunciabile protagonista principale.
E Non ditelo allo scrittore è l’ultima imperdibile avventura della cinica ma esilarante ghostwriter, la gemella mancata di Lisbeth Salander dal look dark, l’intelligenza acuta e la lingua tagliente, che ama solo la compagnia dei suoi libri…
Questa volta, Enrico Fuschi, il boss della sua casa editrice Edizioni l’Erica, appioppa a Vani Sarca una brutta gatta da pelare, anzi peggio perché si tratta di una vera e propria sfida. Vani dovrebbe scovare una specie di suo doppione. Eh già perché stavolta gli “scrittori-senza-nome” di Alice Basso diventano addirittura due.
Perché dietro a uno dei più famosi successi letterari italiani, celebrato da più di vent’anni da critica e pubblico, forse, si cela una misteriosa identità. E solo Vani, con la sua straordinaria perspicacia, potrebbe riuscire a identificarlo e farlo uscire dal suo guscio. Ma ritrovarsi di fronte, come in uno specchio deformato, la brutta copia di se stessa, un uomo scostante, antipatico e misantropo, sarà per lei una pessima sorpresa e un problema con conseguenze imprevedibili.
Perché per poterlo in qualche modo riproporre al pubblico bisogna riuscire a trasformarlo in un personaggio accettabile. La sfida è mastodontica,e l’osso molto più duro del previsto.
Per riuscire a smussare gli angoli del “mostro” Edoardo Marotta ci vorrà il genio ammaliatore di Riccardo. Lo scrittore che, dopo aver quasi spezzato il cuore di Vani, nel tentativo di riconquistarla è disposto persino a comprare Morgana, fotocopia quindicenne della nostra eroina. Ma nel frattempo c’è da infilarsi in una nuova indagine e il commissario Berganza è sicuro che Vani, con le sua innate ed empatiche doti di intuizione – talvolta a Vani basta un tic – sia l’unica a poter scoprire come Mastrofanti, boss diabetico agli arresti domiciliari, riesca sempre e comunque a guidare i suoi traffici di droga. E, nonostante i bastoni tra le ruote di Ofelia, sua sorella, quello non è certo l’unico motivo per cui Berganza desidera averla vicino… Con nessun’altra donna è mai riuscito mai a condividere Chandler, Agatha Christie e Simenon come con lei.
Questo romanzo è sicuramente indice di un cambiamento e di una crescita mentale della protagonista, preceduti e introdotti da una caleidoscopica ridda di flashback che, dopo averla costretta a riflettere, la spingeranno a mettersi realmente in gioco. Forse è arrivato il momento di decidere cosa vuol fare, dove vuole andare e con chi. La strada giusta sarà il piacione Riccardo Randi che, dopo averla ferita, ora gioca tutte le sue carte per riconquistarla? O il commissario Berganza, brusco e tranquillo, che però capisce al volo le sue battute e sa sempre adattarsi ai suoi modi un po’ strambi? Certo si può sempre cercare qualche suggerimento dai tanti libri letti e citati, e dai tanti variegati personaggi già incontrati nei precedenti romanzi della serie, ma questa volta c’è poco da scherzare, con la mafia di mezzo qualcuno potrebbe rischiare davvero di brutto.
E quando la vita del commissario sarà in pericolo, Vani farà di tutto per salvarlo. Senza sapere perché? O magari perché, come ha imparato leggendo La lettera scarlatta e Cyrano de Bergerac, ciascuno aspira a qualcosa che rompa ogni schema di logica e razionalità. Si legge le commedie romantiche per sognare e i gialli per esorcizzare la realtà. Ma forse c’è ancora qualcosa capace di sorprendervi e magari di emozionarvi. Se questo vi convince, leggetevi subito il libro!
Impossibile non citare la battuta a mio vedere migliore, con Vani Sarca che ricorda che sua madre voleva farle credere che i bambini nascessero da una joint venture tra cicogne e coltivatori di cavoli