Morte di un medico condotto



Fabio Emiliano Manfredi
Morte di un medico condotto
Imprimatur
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Saggio indagine con a tratti una ricostruzione che appare quasi romanzo, fa seguito alla tesi di laurea dell’autore e dimostra Fabio Manfredi che, pur discostandosi dalle orme del padre (che privilegia l’antichità), sceglie anche lui la storia per questo suo esordio letterario. Il boook trailer recita: un’altra sconvolgente verità emerge dal silenzio della storia. Sconvolgente e terribile, ma la guerra è terribile e quella civile fratricida è la peggiore Il libro prende il via il 19 giugno 1946, alle 11 del mattino, dall’uccisione del medico condotto Umberto Montanari vista e narrata secondo due diverse versioni contrastanti tra loro. A ucciderlo infatti sembra che siano persone diverse, diversi i movimenti e le motivazioni di coloro che verranno accusati e opposte saranno le versioni dei testimoni. L’omicidio viene commesso a Piumazzo, paesino allora vertice del tristemente celebre “triangolo della morte”, quell’insieme di delitti e violenze che alla fine della Seconda Guerra Mondiale vide tanti ex partigiani vendicarsi su ex fascisti. Il morto è un uomo brusco, di carattere duro, osannato da alcuni detestato da altri, donnaiolo, con una nomea di eroe della prima guerra mondiale. Un bravo medico disponibile per molti, impossibile per altri che l’accusano di imperdonabili omissioni. Il bersaglio giusto per maldicenze e vendette. La moglie, che l’adora nonostante le infedeltà, sarà la custode della sua memoria e non cesserà mai di cercare giustizia. In paese qualcuno ha visto ma nessuno osa parlare, per vigliaccheria, per paura, per rancore. I ricordi sono ancora piaghe aperte, l’odio implacabile. L’Italia è uscita straziata e stremata dalla seconda guerra mondiale. Sessantaquattro anni dopo, un ragazzo dissotterra questo caso annegato in una montagna di faldoni ingannatori dove si alternano bugie, reticenze, silenzi, fatti reali riferiti da rapporti in cui si mischiano verità e fantasia. Va a cercare testimoni scomparsi, quelli che allora scelsero di non parlare, tenta di contattare il presunto assassino, ormai ottuagenario, che muore poco tempo dopo. Gli spettri del passato tornano a scuotere le coscienze. Alla fine individua il mandante, un movente vero quasi troppo semplice e qualcosa di una verità troppo a lungo nascosta emerge dal buio di un periodo storico volutamente ignorato per decenni, che ha avuto però un’importanza enorme nel fomentare l’amara discordia che ancora oggi pesa sull’Italia. Avvalendosi, come trama portante della vita di Bruno Graziosi, uno dei cinque condannati per la morte del dottor Montanari e che ha sempre proclamato la sua innocenza, Manfredi ci offre una ricostruzione accurata, una sintesi che si fa leggere come un romanzo e che ci porta dalla prima guerra mondiale ai tempestosi anni cinquanta con gli aspri scontri politici emiliani del dopoguerra.

patrizia debicke

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