Morte nel chiostro – Marcello Simoni



Marcello Simoni
Morte nel chiostro

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Il passo di un grande thriller. Una trama gialla complessa e accattivante. Una ricostruzione storica (serve davvero ribadirlo?)  accurata e affascinante. Una lingua colta e semplice al tempo stesso. Questi gli ingredienti di Morte nel chiostro, il nuovo libro di Marcello Simoni. Un’indagine che si dipana nel corso di una sola giornata, scandita dalle ore di preghiera delle monache benedettine del cenobio di San Lazzaro, un monastero femminile nei pressi di Ferrara. E proprio nel pozzo del chiostro viene ritrovato il cadavere di una delle suore. 

Omicidio o suicidio?

A indagare, la madre badessa con l’aiuto di una novizia. La preoccupazione è che il mistero abbia origine fuori dalla cerchia delle mura del convento e che nuovi accadimenti e intrusioni possano sconvolgere ulteriormente la loro vita dedicata, apparentemente, solo alla preghiera. Cosa che puntualmente accade. Tra nuovi arrivi e altri omicidi, verranno alla luce possibili legami tra la morte della monaca e la sparizione di una misteriosa reliquia, sottratta a Ferrara dai forzieri di Papa Urbano III nel giorno della sua morte.

Mischiando abilmente la realtà storica, personaggi realmente esistiti ad altri inventati, Simoni ancora una volta, oltre che abile narratore, si rivela un grande divulgatore. Innumerevoli le nozioni e le curiosità che trasmette attraverso la sua narrazione precisa e vivace. Così come accurata è la descrizione dei personaggi immersi in quel particolare periodo storico. Su tutti spicca Madre Engilberta, la badessa. Donna di fede, ma soprattutto di scienza. Una “illuminata” in un periodo di oscurantismo e maschilismo, nel quale alle donne non è concesso dimostrare cultura, intelligenza o sapienza, perché ritenute esseri irrazionali e facili alla suggestione.
Suggestione che scorre ovunque in questo periodo di crociate, in cui le eresie invadono il vecchio continente insieme alla paura del maligno (non per nulla siamo alla nascita della Santa Inquisizione). La madre badessa, però, non è suggestionabile, a guidare la sua indagine c’è la ragione, sa che dove alcuni vedono l’opera del maligno si nasconde sempre la malvagità umana e più di una volta esorta le consorelle, meno colte e più ottuse e bigotte, a far uso dell’intelletto per esaminare i fatti.

Una donna moderna, ribelle, in un oscuro medioevo. È grazie a lei che il lettore riesce a esplorare e comprendere il modo di vivere e di pensare dell’epoca, soprattutto la vita di inganni e bugie delle recluse nel cenobio.  Attraverso i suoi occhi si arriva a comprenderne difficoltà e storture.  Le consorelle sono tutte donne che hanno abbracciato la fede per scappare da qualcosa, dalla povertà, dalla violenza o come la novizia Beatrice, dopo essere rimaste vedove. Difficile, quindi, per tutte osservare le severe regole imposte dall’odine monastico. In un susseguirsi di rivelazioni e colpi di scena, con Morte nel chiostro Marcello Simoni dà l’ennesima conferma della sua bravura, regalandoci un page turner storico che può tranquillamente rivaleggiare alla pari con i grandi thriller.

Cristina Aicardi

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