Tutti su questo treno sono sospetti – Benjamin Stevenson



Benjamin Stevenson
Tutti su questo treno sono sospetti
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Immaginatevi il senso d’ineguatezza del protagonista di questo gioco di specchi quando, per una serie di circostanze, si viene improvvisamente a trovare al cospetto di un’intera vagonata  di scrittori peso massimo, ospiti come lui di una crociera molto particolare. Se l’occasione fa l’uomo ladro, anche il giusto delitto in treno puo’ tuttavia trasformare uno scrittore in semi paralisi creativa nel più acuto dei detective. Pare essere questa la morale del nuovo e irresistibile romanzo di Benjamin Stevenson che parte un po’ in sordina per regalarci le migliori perle dei fiori del giallo.

Dopo il successo di “Tutti nelle mia famiglia hanno ucciso qualcuno” ritorna Ernest Cunningham, lo scrittore dimezzato  esperto di polizieschi ma loro autore grazie al puro caso. Il punto infatti è che Ernie pare dare il meglio di sé solo grazie all’accanimento del destino, quando il crimine lo investe in pieno mancandolo di striscio. Fortunatamente per il nostro eroe, l’occasione giusta si ripresenta grazie al festival del giallo. Accade infatti che il Gotha degli scrittori di crime story in circolazione, di cui Ernie fa parte quasi per sbaglio, viene  riunito per festeggiare il suo primo mezzo secolo di vita sferragliando davanti ai canguri, in un percorso apparentemente senza ostacoli che porterà suoi illustri ospiti da Adelaide fino a Darwin.

L’intento non può che essere esplicito: le affinità elettive tra le rotaie e l’indagine, che a partire da Agatha Christie hanno generato un’alchimia irresistibile, sono di certo l’ambientazione ideale per celebrare il mondo dell’investigazione e i suoi nuovi protagonisti. 

Come tuttavia non potrebbe non essere, la crociera sul gigantesco cavallo di ferro esordisce sin da subito con toni accesi, fraintendimenti e livori, anche perché le volete veramente mettere insieme le mille sfumature di ego che possono connotare ogni singolo autore, reale o sedicente che sia? E siccome quando si tratta di scrittori, le penne possono diventare più taglienti delle spade, sul nuovo Orient Express scaturiranno presto scintille per una catastrofe in piena regola da cui non potrà esimersi il morto.

In mezzo a questo mare di guai pare subito ritrovare la bussola, oltre che l’ispirazione, il nostro eroe, che assunte le vesti del detective sguazzerà a proprio agio tra i fiumi di sangue da risolvere.

Abbandonato il decalogo di Knox e i tipici appunti maniacali degli addetti del mestiere, come la scaletta dei tempi limite per presentare i protagonisti col relativo corredo dei fondati sospetti, Ernie condurrà un’indagine parallela che aiuterà il commissario di polizia a scoprire finalmente il colpevole.

Chi avrà ammazzato il noto scrittore dal passato torbido almeno quanto le  librerie colme di scheletri? 

Un cammeo della scrittura, bello come quei film che parlano di cinema con occhio tanto critico quanto ironico.

Saltando da una citazione a un rimando non meno colto, quello che stupisce è lo stile incisivo e veloce di Stevenson, che guida le fila della storia come un esperto giocoliere di parole. 

Un incredibile trapezista che con la leggerezza del suo grande talento ha il coraggio di lanciarsi nel mare infinito della letteratura giallista per danzare come un acrobata con i suoi classici, le sue regole e i suoi dogmi apparentemente intoccabili.

Maneggiare la tecnica col sorriso a fior di labbra, lasciando quasi che la pagina si scriva da sola è la miglior dimostrazione di come, spesso, la leggerezza offra orizzonti molto più profondi di ogni presunta aspettativa.

Irresistibile.

Silvia Alonso

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