Non si uccide per amore



Rosa Teruzzi
Non si uccide per amore
Sonzogno
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Torna Rosa Teruzzi con “Non si uccide per amore” e le sue tre fantastiche donne, che abbiamo già conosciuto nei precedenti romanzi.
Iole, nonnina settantenne, che di settantenne non ha niente. Insegnante di yoga, allergica all’abbigliamento intimo, praticante l’amore libero e fumatrice di sigarette truccate alla cannabis.
Libera, figlia di Iole, ex libraria e ora fioraia, esperta nella creazione di bouquet da sposa particolari, semplice, sincera e riflessiva, si è ritrovata suo malgrado detective principiante nella risoluzione di un paio di casi, sullo stile Miss Marple, come una protagonista dei romanzi che ama leggere.
Vittoria, figlia di Libera e quindi nipote di Iole, poliziotta come il padre, con un carattere forte, nercoso, difficile da domare, enigmatica sulla sua vita e sui suoi pensieri, che non confida neanche alle donne che costituiscono la sua famiglia.
Vivono tutte e tre insieme nel casello del Giambellino. O meglio, Libera ci vive e ci lavora (di fianco al casello infatti c’è il suo laboratorio), Iole ci soggiorna quando non è impegnata in viaggi alla scoperta di se stessa o al seguito di qualche nuovo amante, Vittoria ci passa, ogni tanto, quando riesce a vincere la sua voglia di voler sempre scappare da qualcosa o da qualcuno.
Libera ha scoperto quasi per caso il bigliettino con l’appuntamento a cui si è recato il marito Saverio 22 anni prima, andando incontro di fatti al suo assassino. Una calligrafia femminile. Da quel momento per Libera non c’è pace, ogni notte sogna la mano che premerà il grilletto della pistola che porterà via per sempre il marito a lei e il padre a sua figlia.  Per troppo tempo Libera si è lasciata vivere,  senza fare pressioni su chi era incaricato delle indagini sull’omicidio del marito, con una rassegnazione che la figlia Vittoria le ha più volte rimproverato. Ma il bigliettino riapre tutto, la ferita torna a far male e Libera non ci sta più ad aspettare. Decide che vuole scoprire la verità. In un viaggio che la porterà da Milano a Monfalcone e in Calabria, sulle tracce degli indizi che lentamente riesce a scoprire, Libera indagherà non solo sui fatti realmente accaduti che hanno portato all’omicidio del marito, ma soprattutto su stessa, sulla sua vita e sulla sua situazione sentimentale, per troppo tempo tenuta in stand-by. Riesca con fatica ad ammettere persino a se stessa quello che prova per Gabriele. Ma in questo romanzo il personaggio matura. La sua voce interiore, che lei per troppa educazione ha sempre represso, comincia ad esprimersi. Si rivela caparbia, coraggiosa nel voler comunque portare avanti un’indagine, aiutata come sempre dalla mamma Iole, dal giornalista Cagnaccio (il pennivendolo) e da Irene, cronista di nera, definita come la Smilza o la Smortina. Ed è proprio la collaborazione tra quest’ultima e Libera che darà una svolta alle indagini, permettendo ad entrambe le donne di conoscersi e di capirsi, al di là delle parole.
Rosa Teruzzi nel settembre dell’anno scorso  era finalista al NebbiaGiallia di Suzzara proprio con il primo romanzo della serie, La sposa scomparsa. Presentandolo disse che i suoi libri vogliono essere delle coccole, come le pantofole che ti aspettano a fine giornata. Ecco, con “Non si uccide per amore” ci regala un’altra bellissima coccola per l’anima.

Lucia Cristiano

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