Ne ” Il Modigliani perduto”, Sergio Cova sviluppa una storia destreggiandosi abilmente tra crimine e arte, tra giallo e sentimento. Una caccia a un tesoro nascosto, forse addirittura una leggenda, una corsa a ostacoli, veri e del cuore.
Il protagonista è un artista, pittore mancato forse per poco coraggio, che prima si è dedicato alla creazione di  falsi d’autore per poi, una volta scoperto, diventare un esperto d’arte, uno che i falsi li smaschera.
E proprio in qualità di esperto deve svelare un mistero, un oscuro pittore spagnolo nel suo diario dichiara di avere dipinto una natività sopra un nudo di Amedeo Modigliani. A lui il compito di scoprire la verità e nel caso di ritrovare il quadro.
Inizia così un’indagine tra i musei, chiese e collezioni di Venezia complicata dal fatto che qualcuno sta seminando indizi contro di lui e la polizia gli sta addosso.
A rendere tutto ancora più difficile, fanno capolino i sentimenti: il risentimento di una vecchia fidanzata, il dolore per l’adorata nonna in fin di vita,toccanti le pagine che la riguardano, e un incontro scombussolante che torna inaspettatamente dal passato vestendo i panni di una suora.
Come già in “Il piano del gatto” ne Il Modigliani perduto, Sergio Cova , alternando con sapienza i momenti narrativi, costruisce una trama coinvolgente e scorrevole che regala momenti piacevoli e anche qualche lacrima.
Cristina Aicardi