L’ apprendista



gordon houghton
L’ apprendista
meridiano zero
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Verrà la Morte e riavrà il tuo corpo. È quello che succede a un ragazzo morto a 28 anni, che da qualche tempo ormai se ne sta buono nella sua bara nel cimitero di Oxford. Arriva la Morte, scoperchia la bara e dice al giovane zombie di tirarsi in piedi che c’è un lavoro da fare. Il grande Capo ha deciso così e i quattro cavalieri dell’Apocalisse hanno vidimato la decisione. Il ragazzo deve fare da apprendista presso la sede dell’Agenzia in High Street e lavorare a fianco a fianco con la Morte appunto, e le sue tre collaboratrici: Guerra, Pestilenza e Carestia.

C’è da archiviare le nuove dipartite e l’Agenzia è subissata di lavoro. Pestilenza deve sperimentare su di sé le nuove malattie del millennio, Guerra è impegnata a scatenare risse e vendette dove c’è un minimo di aggregazione popolare, Carestia ultimamente è un po’ depressa e continua a mangiare in piatti vuoti e Morte, il vero vice capo, ha bisogno di svagarsi per la tanta fatica e gioca a scacchi via internet con i poveri prescelti.

In una settimana il giovane zombie deve imparare il lavoro e controllare i decessi secondo le rigide norme aziendali. Chi lo ha preceduto (Ade) è finito male. Che si metta sotto, dunque. Perché Morte è cara, brava e buona, ma se le girano i cinque minuti è capace di gesti definitivi. Se invece riuscirà nel compito avrà l’immortalità e tutti i benefici di un vero statale: posto fisso, qualifica, vitto, alloggio, viaggi pagati…

L’apprendista di Gordon Houghton è un romanzo geniale per il solo fatto di essere stato ideato. E la lettura rassicura la prima impressione. L’autore, classe 1965, si dice amante di una serie di scrittori che va da Kafka a Vonnegut, da T.S. Eliot a Ende. Certo, la sensibilità può essere stata plasmata da tanta letteratura, ma il talento è quello tipico di un tipo cresciuto anche a pane e B-side movie (Ed Wood, tanto per citarne uno. Intendendo sia il titolo del film sia il nome del più celebre regista di film di serie B della storia del cinema).

Possibile trovare addirittura del sentimento in una storia come questa, raccontata tra lama di coltello e filo del rasoio? Possibile, possibile. Soprattutto se la vita in comune delle quattro compari dell’Agenzia ci suona così familiare nelle dinamiche da diventare reale come quella di un ordinario mister Jones o di un’abitudinaria miss Polly.

Romanzo che nasce nella testa, ma senza profilo cerebrale. Cinematografico, piuttosto. Soprattutto quando la luna storta che aleggia attorno al giovane zombie si traduce in puntuto sarcasmo. Possibile sperare in una trasposizione in celluloide (ma si può dire ancora così?), magari con Johnny Depp guidato dal maestro Tim Burton?

E se avete in programma di andare a trovare Bela Lugosi, non presentatevi a mani vuote. Ora sapete cosa portare.

corrado ori tanzi

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