Più buio della notte – Paolo Dondossola



Paolo Dondossola
Più buio della notte
Laurana
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Monte Calepio, paese della provincia bergamasca; un maresciallo della locale Stazione dei carabinieri, Catello Damiano; un truce delitto, l’omicidio di un noto dentista, ricco, affermato e sciupafemmine, ucciso a sprangate; una strana apparecchiatura della tavola. Altri imprenditori subiscono la stessa sorte, unici legami tra le vittime il modus operandi (sono tutti uccisi con una spranga di ferro con colpi precisi e sistemati nella stessa posizione) e la cura maniacale con cui si è apparecchiata la tavola, con la tovaglia a scacchi bianchi e rossi e un vino particolare, il Chiaro di luna: la firma di serial killer? un messaggio?

Questi i primi elementi di un giallo poliziesco appassionante che trascina il lettore fin dalle prime pagine in un intrico sempre più fitto: le indagini aprono nuove piste pericolose, l’apparente tranquillità della provincia lombarda, la rispettabilità e il potere economico nascondono troppo spesso delinquenza, corruzione, legami tra individui insospettabili e la criminalità organizzata.

Questa, arrivata al Nord fin dagli anni Settanta, si è integrata nell’operosa e ricca Lombardia corrompendone il tessuto sociale. Ogni settore che porta lauti proventi ne è infettato: prostituzione, riciclaggio di rifiuti e di denaro sporco, usura, traffico di droga, intermediazione  immobiliare e finanziaria, edilizia, appalti pubblici e lavori stradali, locali e ristoranti, grande ristorazione, editoria… 

Tramite uomini cerniera, faccendieri che mettono in contatto la criminalità organizzata con l’economia legale e la politica, la ‘ndrangheta si è trasformata in una holding internazionale, ora dotata di imprenditori laureati, in giacca e cravatta, la faccia pulita del malaffare.

Il maresciallo Damiano, abile segugio, pragmatico e onesto, ha un buon rapporto con Gianluca Testa, giornalista della nera, con cui scambia informazioni preziose. Viene ben presto sollevato dall’incarico dal sostituto procuratore, corrotto e colluso con la ‘ndrangheta, perchè ha aperto una via che non doveva seguire: dovrà cambiare punto di vista e modi di agire per arrivare alla verità, si troverà davanti a un dilemma e a una decisione difficile ma necessaria. 

Gianluca Testa si dà molto da fare, aiutando con efficacia il maresciallo: con un direttore che lo detesta e lui non stima troverà la vittoria con uno scoop di grande rilevanza. 

Il nemico è Fabrizio Mirabelli, calabrese imprenditore di successo, filantropo fondatore di una onlus che ospita bambini di Chernobyl, a capo di una serie di società incastrate come scatole cinesi, un intoccabile considerato un’autorità morale ed economica della zona. 

Paolo Dondossola, da giornalista qual è, sa raccontare la verità e quello che c’è sotto, proprio come Testa, rivestendo di giallo una storia che può essere vera. La cronaca nera dei giornali ci ha abituato a certe notizie, ma è interessante leggere i legami tra le informazioni che riceviamo e la realtà sociale, attraverso una narrazione che ci intrattiene e ci regala svago.

Tiziana Viganò

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