La muta – Aliya Whiteley



Aliya Whiteley
La muta
Carbonio
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E se amassimo a tempo determinato? 

Beh, molti già lo fanno, per convenienza, per consunzione, per basso grado di resilienza. Ma se considerassimo l’amore un sentimento superficiale, iniettato sottopelle come l’eparina ma incapace a propagarsi fino a venire espulso ogni sette anni con un cambio repentino della nostra pelle come capita ai serpenti, agli animali a sangue freddo? Sarebbe completamente un’altra storia.
È questa l’idea assolutamente originale proposta da Aliya Whiteley nel suo bel romanzo La muta edito da Carbonio Editore
Un mondo nel quale emozioni, ricordi, amori durano sette anni per poi essere destinati all’inceneritore assieme allo strato di pelle che li ha contenuti, sostituiti da altri, in un periodico flusso circolare senza alcuna memoria. 
Per Rose Allington è ancora più difficile, la muta arriva improvvisa, non c’è tempo per adeguarsi e si riparte alla ricerca di una nuova vita, di un nuovo lavoro, di una nuova città. Ora è nel Lincolnshire, commessa in un negozio di abiti di seconda mano ma prima la sua esistenza era intrecciata a quella della superstar del cinema Max Black, di cui era stata guardia del corpo e amante. Perché Max torna a cercarla, cosa si nasconde dietro il furto di una preziosa collezione di pelli? Davvero il Suscutin può aiutare a tenersi la propria pelle?
Viene naturale immedesimarsi in Rose, cercare di comprendere il suo stato d’animo, scontrarsi con la sua apparente freddezza. Mentre procedevo con la lettura mi sono chiesto più volte come avrei vissuto l’impossibilità di associare un’età alle mie emozioni.
La prima volta che ho amato non è stato semplice trovare un luogo sicuro nel quale riporre la mia cognizione del tempo. Avrei voluto disfarmene, sono sincero, avevo sedici anni ed ero certo che il Prima fosse solo una lagna e il Poi un inutile moto di vanità. Era talmente intenso il mio Ora che nulla mi avrebbe vietato di spalmarlo lungo ogni singolo minuto che mi restava da vivere. Tanti minuti, tanti, perché a sedici anni credi che la vita sia un intervallo illimitato superiormente.
Non è andata proprio così, per fortuna i minuti continuano a scorrere ma ora li cospargo di cose diverse: talvolta più saporite, altre invece più tenui ma nutrienti. 
Leggendo La muta ho avuto conferma di quanto il tempo e le emozioni siano intimamente connessi, il senso dell’uno è nella consapevolezza del fluire dell’altro. Non si tratta di un’allegoria dell’amore ma delle compulsioni, delle paure e delle condizioni etichettate che possono impedirci di abbracciarlo con tutto il cuore.
È il terzo libro di Aliya Whiteley pubblicato qui da noi da Carbonio Editore. Di lei ne sentiremo parlare ancora a lungo…

Antonio Amoruso

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