Ragazze troppo curiose – Nino Motta



Nino Motta
Ragazze troppo curiose
Bompiani
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Le ragazze curiose di Nino Motta, al secolo Paolo Di Stefano, sono curiose in senso filologico e grazie alla passione per l’analisi dei testi e delle parole scavano alla ricerca della verità.

Una ricerca che, per essere compresa, deve rivolgersi al passato ed è da lì che prendono le mosse le indagini della “nostra” filologa Rosa Lentini e della di lei madre.

Il tempo è dalla sua parte; ha deciso di prendere un anno di aspettativa dall’Università – che non la soddisfa più molto – e di trasferirsi a Pizzuta.

Ma veniamo alla storia: nel 1974 la giornalista Wanda Girlando viene ritrovata uccisa a Ortigia, la parte più antica di Siracusa. Sembra che la sua morte sia legata a quella di un antiquario, simpatizzante del Ventennio. Ma è una morte misteriosa su cui cala il silenzio fino ai giorni nostri, quando l’ex comandante Drago chiede aiuto alle due donne, per indagare sul cold case.

Del resto, non poteva fare scelta migliore: memore dell’arguzia con cui lo avevano già aiutato, nell’indagine su di una parrucchiera uccisa a Pizzuta, le coinvolge e riapre il caso della giornalista uccisa vent’anni prima.

É ancora il gioco linguistico che la fa da padrone: Rosa Lentini sa dove guardare e sa come leggere tra le righe e nel non detto della lingua.

Le due donne, molto curiose, animate dal senso etico che accompagna la loro scrupolosa ricerca scavano nel passato consapevoli che la verità è spesso profonda e sepolta, coperta da errori e lacune.

Non manca una caratteristica fondamentale, che fa di loro delle ottime investigatrici: la consapevolezza che nulla è come sembra e che tutti possiamo nascondere un segreto.

Marinella Giuni

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