È più di un noir, con una lunga serie di delitti senza apparente movente.
Kim Jay costruisce un racconto dentro un racconto che ha come protagonista assoluto il tenente Kim Seong-Ho, un profiler della polizia di Seul, dall’indicibile passato. Ma questo lo scopriremo solo alla fine.
L’investigatore è sulle tracce dell’assassino di una donna , Ha- Na-ri, rea di essersi sottoposta a ripetuti ritocchi estetici. Il sospettato è un adolescente problematico. Un lupo solitario che trascorre ore ed ore al computer. Il ragazzo si professa innocente, nonostante diversi indizi contribuiscano a metterlo nel mirino della polizia.
Un episodio di hackeraggio dei dati personali del tenente, convince i vertici della polizia a spedirlo sull’isola di Sambo, lontano da Seul. Una terra fuori dal mondo, dove non accade mai nulla di rilevante. Fatta eccezione per la scomparsa in successione di tre giovani donne. L’ultima qualche mese prima. Kim Seong- Ho viene spedito in quella terra inospitale nel tentativo di accelerare la soluzione del caso. Mentre l’altro, quello dell’omicidio di Ha-Na-ri resta in sospeso.
Neppure l’arrivo del tenente con la fama di risolutore, da’ una svolta alle indagini. Che languono. L’isola è dispersiva. I sospetti si concentrano su alcuni tassisti, ma tutta la squadra di investigatori brancola nel buio. Nessun concreto indizio. Lo scorbutico tenente spedito da Seul è sempre più tormentato dai ricordi di infanzia che riaffiorano qua e là, senza una logica o ragione. Lui ricorda solo una brutta caduta , in seguito alla quale avrebbe perso la memoria. E cambiato vita . A ricordargli il passato torna Han Nam -Gi, la Flautulenza della sua infanzia. Il compagno perseguitato, abusato, molestato. L’isola degli sciamani diventa il luogo e lo spazio della tremenda vendetta. Un finale che lascerà senza fiato il tenente. In una manciata di ore risolverà il giallo delle tre donne scomparse e verrà a capo di un paio di delitti, consumati a Seul. Ma per lui non ci sarà pace. La vendetta di Han Nam- Gi sarà compiuta.
