Il caso Morel – Rubem Fonseca



Rubem Fonseca
Il caso Morel
Fazi
Compralo su Compralo su Amazon

Rubem Fonseca scrittore e sceneggiatore brasiliano morto a 94 anni nel 2020, vincitore del Premio Camoes, forse il più importante premio letterario per scrittori in lingua portoghese, con questo libro, che vede la sua prima edizione nel 1973, ci regala un affresco a tutto tondo della miseria umana, miseria che, paradossalmente, si manifesta maggiormente in quelle classi sociali che per virtù o fortuna si sono emancipate dalla povertà.

Siamo in Brasile, il personaggio principale è Paul Morais, artista poliedrico accusato di aver ucciso una delle sue concubine, che in carcere inizia a scrivere un romanzo e chiede al commissario Moras che si è occupato del caso, di incontrare Vilela, un ex poliziotto diventato scrittore di successo. A questo punto si entra nel vivo ed è proprio Moras a stimolare Vilela, che si trova in un momento di stallo della sua carriera, ad indagare su questa storia a tratti oscura quando afferma che “La fregatura è che sono mostruosamente a corto di uomini, e ogni giorno c’è un nuovo omicidio. Quanto si ammazza in questa città!”

Vilela accetta di vedere Morais e incuriosito dal personaggio inizia a leggere le pagine che Morais scrive e gli consegna a più riprese. La lettura lo appassiona e da subito cerca di distinguere la finzione dalla realtà e scopre una vita fatta di eccessi, di sesso e di violenza, violenza che porta Heloìsa Wiedecker alla morte. Non è un libro facile e la trama spesso è oscurata dalla potenza della scrittura, che lavorando su più piani narrativi pretende un’attenzione particolare da parte del lettore. Rubem Fonseca con Il caso Morel ci regala un’opera dalle mille facce, che da letteratura si fa metaletteratura parlando di se stessa con la pretesa mai disattesa di uscire fuori dagli schemi.

Il libro è pieno di citazioni letterarie e di frasi che colpiscono per la loro forza, una tra tante e forse la più emblematica é: “Di niente dobbiamo aver paura, se non delle parole.” disarmante e spesso sottovalutata verità, ma soprattutto leggiamo che: “La letteratura è un’idiozia. Raymond Chandler è meglio di Dostoevskij, ma nessuno ha il coraggio di dirlo” E per avere questo coraggio, pur non condividendo come il sottoscritto la presunta superiorità di Chandler, bisogna avere la forza di tornare all’antico assunto che alla fine i libri sono sempre di chi li legge e per questo e per forza di cose assoggettati al gusto personale.

Un giallo fuori dagli schemi, di ampio respiro, in cui la trama diventa quasi secondaria, ma l’ambiente in cui si muovono i vari personaggi diventa personaggio esso stesso e personaggio si fa il sesso in un crescendo che tende si all’autodistruzione, ma che non cerca mai di autocelebrarsi.

Rubem Fonseca in questo libro di denuncia sociale che non perde mai il filo del racconto, incastra con sapienza magistrale tutte le varie componenti, un libro da leggere e rileggere, anzi soprattutto da rileggere, perché se ad una prima lettura vi potrà sembrare bello, una rilettura non potrà che farvene scoprire la vera grandezza. 

Un libro che non può mancare nello scaffale dei cultori del genere e che dimostra ampiamente, qualora qualcuno avesse ancora qualche dubbio, che il Giallo se l’autore ne ha i mezzi e se vuole è letteratura.

Salvo Di Caro

Potrebbero interessarti anche...