Sangue sul Chianti – Michele Giuttari



Michele Giuttari
Sangue sul Chianti
Frilli
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Torna il commissario Michele Ferrara, personaggio letterario di straripante umanità, uscito dalla penna pirotecnica ed esperta di Michele Giuttari. 
Già dal titolo. “Sangue sul Chianti/Un nuovo caso per il commissario Ferrara”, (Fratelli Frilli Editori), viene richiamata l’ambientazione sulle dolci colline toscane, con la città di Firenze quale punto di partenza per un’indagine variegata a più alti livelli e latitudini.

Questa la quarta di copertina.

È un inverno di sangue nel meraviglioso Chianti dove, dentro la cornice delle sue colline, il Male si fa vivo con morti che all’apparenza sembrano non avere alcun collegamento tra loro. 

La Squadra Mobile deve indagare per trovare il filo conduttore che unisce la brutale uccisione della compagna di un ricco banchiere, il suicidio di una testimone e altre morti misteriose al mondo di personaggi al di sopra di ogni sospetto con centro dei loro sporchi interessi e divertimenti nella Capitale. Il commissario Michele Ferrara, per trovare la soluzione, deve scavare tra segreti inconfessabili guardandosi anche da figure istituzionali che ufficialmente gli sono vicine per collaborarlo. 

Michele Giuttari ritorna da protagonista con un thriller aspro e travolgente sui segreti più inconfessabili di gente potente con un susseguirsi di morti, colpi di scena e tradimenti dove i cattivi diventano buoni o vittime e i buoni cattivi. Ritorna così a inquietarci e sfidare i lettori con un’indagine incredibile che ha il sapore della realtà costruendo un impeccabile meccanismo narrativo dove tutto alla fine si ricostruisce in una intelaiatura coerente in maniera del tutto logica.

Il prologo parte da lontano, dall’estate del 1976. 

Nella notte di Ferragosto, due sedicenni, un ragazzino e una ragazzina, rubano una Maserati a un turista svizzero per trascorrere una notte da sballo in Versilia. Intercettati e inseguiti da una volante della Polizia, i due si lasciano dietro il sangue dei due poliziotti colpiti a morte: Bruno Di Bernardo e Alessio Giorgioni.

Dopo qualche anno i nomi furono incisi su una targa di marmo affissa a una parete del cortile del palazzo della questura. E a ogni anniversario il questore di turno, alla presenza dei loro familiari, poneva ai suoi piedi una corona di fiori. Quindi il cappellano della polizia celebrava la messa nella piccola cappella con i suoi preziosi affreschi dell’Ultima Cena di Fabrizio Boschi. Nell’occasione veniva ricordato il sacrificio di due vittime del dovere, che però in realtà continuava a vivere solo nel ricordo dei loro cari, degli amici e dei colleghi di lavoro di quel tempo.

“Sangue sul Chianti”, già in ristampa, arriva in libreria a otto anni di distanza dall’ultimo romanzo di Giuttari, “Il cuore oscuro di Firenze” che chiudeva la trilogia sui delitti di Firenze, e ancora una volta l’autore dà prova della sua competenza in materia di indagini e procedure, supportate da una scrittura chirurgica, capace di incidere a fondo e lasciare il segno. Giuttari, infatti, è stato a capo della Squadra Mobile di Firenze ed è ben addentro ai meccanismi e ai tecnicissimi giuridici dell’italica giustizia, in cui bisogna davvero credere e darsi un gran da fare, fino a dannarsi l’anima, per cavarne risposte che ridiano speranza al genere umano.   

Un mondo composito quello del commissario Ferrara e del suo vice, Rizzo e una trama complessa, che viene dipanata con capitoli brevi e incalzanti che rendono piacevole, oltre che coinvolgente, la lettura del corposo romanzo (quasi 500 pagine). Giuttari ha fatto propria la lezione dei maestri del genere circa lo show, don’t tell, mostra non raccontare, e non si attarda in spiegazioni legnose e verbose, ma dipana quasi in presa diretta col lettore una trama fitta ma non ingarbugliata, che pagina dopo pagina introduce nuovi elementi e disvela intrallazzi, furberie, malversazioni, meschinità. In una parola, le umanissime seppur ben mimetizzate miserie con cui chi indaga su morti ammazzati è costretto a confrontarsi e a rivoltare come calzini, per penetrarne il puzzo. Per guardare in faccia il male e le sue mille insidie. 

“Sangue sul Chianti” non è solo un romanzo, è un manifesto, il grido accorato di chi, nonostante tutto, come Michele Ferrara, crede ancora nei valori autentici e più alti di uno Stato assediato da parassiti vestiti da istituzioni. Di uno Stato dove ancora operano e agiscono persone perbene che quando c’è da scegliere sanno sempre da che parte stare. Non dove li porta la convenienza, ma dove li porta la giustizia, quella vera.

Realismo e coerenza narrativa, ritmo e suspense per un thriller di casa nostra che conquista ed entusiasma il lettore a mano a mano che la lettura procede. Un romanzo fortemente voluto dalla Frilli Editori che continua a sfornare titoli degni di nota e autori di gran peso.

Bentornato, commissario Ferrara.

Roberto Mistretta

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