Tutta colpa d’Alfredo
Immediatamente dopo siamo catapultati nella storia vera e propria che, con tutti i suoi colpi di scena, si articola in circa un mese. Protagonista ne è Alfredo, trentaduenne bolognese, ex carabiniere, che lavora con lo zio nellagenzia A-Zeta che si occupa di investigazioni e protezione di clienti che per vari motivi non possono rivolgersi alla polizia.
E questo il caso del gioielliere Guermandi che si è messo contro la mafia uzbeka che contrabbanda in diamanti e che per questo è stato minacciato. Accade così che Alfredo incontri Marilena, la figlia del gioielliere, perché è lei in primo luogo a essere in pericolo. Il rapporto dei due giovani, quasi coetanei, è allinizio pieno di frizioni perché Marilena mal sopporta il cambiamento di abitudini intervenuto nella sua vita.
E questo il tema che Sandro Santori rende più credibile: i pensieri di entrambi, i primi turbamenti, la curiosità, linteresse e tutte le sfumature di un rapporto che diventa di amore totale.
Mentre i due si conoscono i tentativi di intimidazione della mala del Brenta, contattata dagli uzbeki, rimangono quasi sullo sfondo e fanno da cornice. E un peccato perché la narrazione perde un po il ritmo; la caratterizzazione dei cattivi manca quasi totalmente: non vengono designati con un nome ma solo con alcuni capi di abbigliamento indossati, luomo con il vestito di lino color tabacco o con larma che portano luomo con la Smith Wesson.
Uno scarto nella narrazione si ha quando lagenzia A-Zeta scopre che gli uzbeki stanno organizzando un rapimento. La fuga si rende allora necessaria, e il luogo eletto a rifugio è Civita Castellana, un luogo dove Alfredo si sente a casa e dove si può quasi giocare alla coppia felice e senza problemi.
A questo punto che le cose però si complicano e che si fa strada il tradimento, quello bruciante, e la sofferta decisione su da che parte stare, se rimanere puri o se sporcarsi le mani e accettare le debolezze altrui.
E nelle ultime pagine che si concentrano tutti gli elementi del giallo che si erano resi latitanti durante la permanenza a Civita Castellana in un susseguirsi di colpi di scena fino al secondo e ultimo incontro con il narratore che chiude il cerchio della vicenda.
Giallo forse non sempre ben equilibrato tra analisi psicologica (dei caratteri dei due protagonisti in primis e subito dopo quella della nascita della loro storia) e i fatti veri e propri, rimane comunque una piacevole lettura.
Tutta colpa d’Alfredo- sandro santori - avagliano
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