Sara al tramonto



Maurizio de Giovanni
Sara al tramonto
Rizzoli
Compralo su Compralo su Amazon

Si può diventare invisibili? Soprattutto, si può desiderare di essere invisibili? La risposta sembra essere sì, se si ha la fortuna di conoscere Sara, l’ultima creatura di De Giovanni.
Sara Morozzi è una poliziotta a cui è stata offerta l’opportunità di lavorare in unità speciale dei servizi segreti. Per lavoro Sara impara a diventare invisibile per poter spiare e leggere le labbra e le  espressioni delle persone in un’epoca in cui non esistevano i sofisticati mezzi di intercettazioni ambientali odierni. Nell’unità speciale conosce anche l’amore della sua vita, Massimiliano, l’uomo per il quale abbandonerà marito e figlio senza mai pentirsene. Ma la vita la mette di fronte ad una prova dura, lascia il lavoro per poter seguire Massimiliano nel decorso della malattia che poi glielo porterà via per sempre. Decide quindi che vuole diventare invisibile, per scelta, non solo perché è quello che ha sempre fatto. Sara è una donna che non vuol dormire, perché di notte i fantasmi popolano i suoi sogni, è una donna che cerca di sopravvivere perché non ha più il coraggio di vivere. Ed è così che De Giovanni ce la fa conoscere, proprio a inizio libro,  come una donna di mezz’età, capelli grigi, senza trucco e vestita in modo dismesso. Siede tutti i giorni su una panchina del parco, al tramonto, aspettando Viola, una ragazza giovane, bella e incinta. Le due chiacchierando lentamente si conoscono, e imparano a fidarsi l’una dell’altra, unite dal bene che entrambe provano per chi ora non c’è più.
Ma una sua ex collega le chiede aiuto per indagare su un caso di omicidio già risolto. Un uomo morto, una colpevole in carcere ed una bambina in pericolo.
In Sara al tramonto non è la storia “gialla” in sé quella che colpisce, ma, usando una metafora calcistica, la squadra di personaggi che De Giovanni mette in campo. Oltre a Sara, ad indagare sul caso, c’è Davide Pardo, un ispettore che  non è certo il ritratto dell’ottimismo. Troppe volte deluso in amore, non riesce a coronare il suo sogno di mettere su famiglia e si ritrova cinquantenne ancora scapolo e con un coinquilino di tutto rispetto: Boris, un bovaro del bernese, cane di grossa taglia e di carattere molto forte che a tutti gli effetti comanda sul padrone. Il cucciolone nel libro assume tratti quasi umanizzati, ma chi possiede un cane potrà capire quanto questo risulti realistico. Completa la squadra proprio Viola, che si cimenta con la macchina fotografica e che sogna di diventare fotoreporter. Come già nei precedenti libri, De Giovanni indaga l’animo umano e lo fa con la poesia a cui ci ha abituati nel descrivere sentimenti ed emozioni. Inizia una nuova serie, tutta da seguire.

 

 

 

Lucia Cristiano

Potrebbero interessarti anche...