Lunedì 18 ottobre 2021 Maurizio De Giovanni ha presentato il suo nuovo romanzo, in una diretta streaming trasmessa anche sulla pagina Facebook della casa editrice Einaudi, al cospetto di alcuni blogger e affezionati lettori. L’evento, che precisamente si è tenuto sulla piattaforma Zoom, è avvenuto alle ore 18,30, quando lo scrittore si è collegato con quella naturalezza che lo contraddistingue, mettendo subito gli ospiti a proprio agio e facendoli sentire in un gruppo di amici.
Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone, questo il titolo, è uscito in tutte le librerie il giorno seguente, martedì 19 ottobre, e così uno dei commissariati di polizia più sgangherati ma anche più amati, adesso ha una nuova storia da narrare.
È incredibile quante riflessioni diverse siano scaturite da chi era collegato e ha letto il libro. C’eravamo anche noi di MilanoNera, ad interagire con lo scrittore, perché è esattamente questo quel che lui ha fatto, ovvero partire dalle nostre personali riflessioni al fine di svelare i suoi intenti. Dimenticando quell’autocelebrazione che invece sarebbe stata tanto attesa, mettendosi al servizio del lettore, dato che, come ha detto, “scrivendo, raccontiamo connessioni”.
Tutti conosciamo i personaggi di questa fortunata serie letteraria, anche perché è altresì diventata famosa come trasposizione televisiva. Con Alessandro Gassman in primis, ovvero il Cinese Giuseppe Lojacono. Non mi dilungherò quindi a parlarvi della trama, basti pensare che qui la cosa importante è sapersi prendere cura di… sia di una cosa, come il morto ammazzato che riparava nella sua officina macchine d’epoca e metteva in sesto quel che qualcun altro avrebbe buttato, oppure di persone, angeli custodi che vegliano non visti sui propri cari. Senza andare troppo lontano oppure sconfinare in un’altra dimensione, perché lo scopo non è affatto quello, Maurizio De Giovanni ha dimostrato ancora una volta di dare ampio spazio non solo all’indagine o all’evento delittuoso in sé, ma agli effetti psicologici e morali che si abbattono sui suoi personaggi. Amiamo i bastardi, perché sono imperfetti, sono ricettivi. Diceva, l’autore nell’incontro, quasi fossero fatti di un materiale poroso che assorbe gli urti e li immagazzina. Assorbono, parole sue, “il liquame del reale con cui si trovano a confrontarsi”. Niente di più vero.
Tanti i temi trattati, attraverso le domande dei presenti, ampiamente discussi dall’autore. Viviamo in un contesto di solitudine epocale, “siamo fatti di solitudine”, anche se virtualmente sempre connessi, e questa cosa non alleggerisce affatto le nostre pene. In questo romanzo i soggetti più fragili della società sono tenuti in grande considerazione e i vecchi acquistano un valore aggiunto, come dovrebbe realmente essere, dato che sono la memoria che abbiamo rischiato di perdere.
Maurizio De Giovanni descrive una mente criminale tenendo conto delle sue motivazioni, per cui lo stupore arriva proprio quando, in fase di epilogo, si scopre “la normalità dell’assassino, cosa più agghiacciante in una storia nera”. Quanto ha ragione, anche qui!
La compassione va di pari passo con la sua scrittura: l’autore ha confessato di non avere mai scritto nulla che non avesse la sua più totale partecipazione. Scrivere, per lui, è “condividere un sogno”. Per questo trova ispirazione nei vicoli, in una pluralità di persone in uno spazio ristretto; nei luoghi raccolti dove avvengono le relazioni. Un incontro davvero utile, che lascerà strascichi nei lettori, ma anche una lezione di vita per chi ama scrivere.
Nonostante i momenti difficili, tipo quelli che stanno vivendo i bastardi a Pizzofalcone, si può sempre contare sulla collettività e sull’importanza della condivisione. “Angeli. Angeli che aiutano, angeli che proteggono. Angeli che assistono, angeli che perdonano. Angeli che vendicano.”