Senso di colpa



matteo severgnini
Senso di colpa
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La provincia, tra Piemonte e Lombardia, laghi e nebbie, odori di frontiera, Piero Chiara ieri, Andrea Vitali oggi… Il commissario Devecchi, coadiuvato dall’ispettrice Gaudenzi, si trova a indagare sull’omicidio di una certa Mary, trovata strangolata in un appartamento ad Agrano, frazione di Omegna. Un po’ stanco, svogliato, preso dai fatti suoi, il commissario scopre rapidamente che la fanciulla esercitava il mestiere più vecchio del mondo, per cui forse il colpevole è da ricercare tra i clienti della Mary…

Non sveliamo altro di questa breve novella, pur sempre di giallo si tratta, e diciamo che giustizia sarà fatta. Chiariamo però che gli autori citati prima sono solo un parametro per collocare questo testo in un immaginario scaffale, e lasciamo in pace Simenon, riferimento canonico per il giallo di provincia. Needs work, diceva tempo fa un altro grande come Ed McBain, scrivendo di scrittura per il New York Times. C’è da lavorarci su. E su questo testo c’è da lavorarci su, a cominciare dalle incertezze nell’uso della punteggiatura evidenti fin dal primo paragrafo (la punteggiatura, quando si scrive, NON È un optional). Stile e scrittura mi paiono denotare analoghe incertezze (e un briciolo di sciatteria), la suspense scarseggia e il protagonista è solo l’ennesimo commissario di provincia. Il risultato finale? Needs work. Molto work.

giovanni zucca

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