Dopo Perché hai paura?, Loubry conferma con questo Sole e sangue di essere uno dei migliori autori di thriller in circolazione. Questa volta spinge il lettore a immergersi nell’atmosfera della Haiti pochi giorni prima del catastrofico sisma del 2010, in una storia intrisa di religioni ancestrali, credenze popolari e umana malvagità . Il giovane architetto Vincent lascia la sua casa di Parigi per recarsi nell’isola centroamericana allo scopo di capire cosa sia davvero successo all’amata moglie Méline, scomparsa ad Haiti in un incidente stradale con l’amica Sybille. Qui, Vincent verrà a conoscenza dei gravi problemi politici che assillano l’isola, toccherà con mano le profonde e crudeli disuguaglianze economiche della popolazione, divisa tra la ricchezza ostentata di Pétion-Ville e le infime baracche di Cité-Soleil, e si scontrerà con un male pagato dalla parte più fragile della popolazione, il commercio e la vendita di bambini poveri per le adozioni internazionali. Come un oscuro e maledetto totem,Vincent scoprirà l’esistenza della Gaia tomba, ossimoro spaventoso, un edificio tanto affascinante dal punto di visto architettonico quanto aberrante per le vicende che in esso si consumeranno…
Loubry dipinge un affresco di proporzioni epiche, intrecciando vicende che muovono dagli anni ’80 sino ad arrivare ai giorni del sisma, inserendo Storia e storie in un mirabile intreccio che costituirà alla fine un ordito perfetto. A ogni personaggio che compone la storia è destinato lo spazio sufficiente perché possa colpire in modo efficace il lettore e nel caso di alcuni in particolare, come il piccolo cieco Lucien, resti indelebile anche dopo aver concluso la lettura del libro.
Quello che colpisce di questo thriller, che è anche romanzo storico, di denuncia e di formazione, oltre che una struggente storia d’amore, è proprio la maestria con cui l’autore è stato in grado di ‘miscelare’ temi e generi, sino a costruire un’opera completa.
Sole e sangue propone vari livelli di lettura, tra di essi il più originale è certamente la rilettura del mito di Orfeo ed Euridice, il suonatore di lira greco che scese da vivo nell’Ade per cercare di riportare sulla terra la moglie Euridice, morta per un morso di serpente. Perfino gli dei dell’Oltretomba rimasero incantati al suono della sua lira e gli permisero di riprendersi Euridice, a patto che nel tragitto sino alla luce non si voltasse mai indietro per guardarla. Ovviamente, Orfeo si girò, ingannato dai richiami della moglie e perse Euridice per sempre. Vincent e Méline in questo romanzo si identificano come novelli Orfeo ed Euridice, ma il finale, che sembrerebbe sovvertire il mito, offre molti spunti di riflessione per il lettore.