The last girl



Joe Hart
The last girl
La Corte editore
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Siamo abituati, in qualche modo, a leggere notizie o guardare film di ambientazione post apocalittica, come, il primo che viene alla mente, The Terminator. Il protagonista è il figlio di Sarah Jeanette Connor, destinato a diventare il salvatore dell’umanità contro le macchine/cyborg in un futuro prossimo. Questa la trama fantascientifica di James Cameron e Gale Anne Hurd del 1984.
Con The last girl Joe Hart ha iniziato a scrivere una sua trilogia distopica sempre su una ambientazione post apocalittica, il primo romanzo della trilogia è The Last Girl. La traduzione in lingua italiana de “L’ultima ragazza” è stata curata da Daniela Di Falco e Federico Ghirardi, il volume è stampato per i caratteri del marchio “La Corte editoriale e Comunicazione”, è stato pubblicato nell’ottobre 2017 (www.lacorteditore.it).
Joe Hart, nato in Durham, nel nord del Minnesota, nel 1965, è già vincitore di due Edgar Award nel 2008 per il romanzo “La legge del soggetto” e del 2010 con il titolo The last child, compare anche nelle vette delle vendite dei libri sul sito Amazon e negli USA con oltre mezzo milione di copie vendute. In Italia, quest’anno attendiamo l’uscita dei due nuovi romanzi della trilogia de-nominata Dominion: The Final Trade e The First City, dove ci racconta e disegna sempre uno scenario apocalittico e devastante, somigliante alla saga dal titolo: Divergent.
Anche questo lavoro, come altri che ho già recensito, è destinato a diventare una pellicola cinematografica.
Il genere che Hart adopera in The last girl è un sottogenere della fantascienza, poiché usa ambientazioni spesso futuristiche, esempi cinematografici posso essere  pellicole come Arancia Meccanica oppure  Fahreneit 451, con la celebre sequenza del falò di libri e la conservazione dei loro stessi scritti attraverso la memoria collettiva, per poi citare Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood e di altri innumerevoli squisiti volumi e film.
In The last girl  sembra sia citato proprio Fahreneit 451  quando Zoey riceve in dono i due libri-guida per la formazione del suo carattere: La lettera scarlatta ed Il conte di Montecristo. Bisogna  aggiungere che in questo lavoro l’uso ed il ruolo stesso dei libri sono fondamentali. Si nota come all’interno dell’edificio, il libro viene spesso impiegato come un mezzo di contrabbando della Cultura, o meglio, dell’Ignoranza, in quanto essa è il miglior veicolo per avere il controllo delle menti da sottomettere. Meno male, però, che ancora una volta, i libri sono lo spiraglio per la ricerca della salvezza e la conquista della libertà, come capiterà alla nostra Zoey.
Nel romanzo di Hart convivono alcune di queste immaginarie società presenti o raccontate in altri lavori ed alla fine si potrà concludere che, per le donne, il futuro non sarà del tutto piacevole.
Il primo racconto della trilogia di Joe Hart, viene ambientato ai giorni nostri, con inizio nel mese di maggio del 2017 per concluderlo dopo circa sei settimane  Il prologo, meglio, il Prima …, dove, in due succinte pagine, l’autore ci illustra, fra il politichese ed il giornalistico ciò che è avvenuto sulla terra. passando subito al Dopo …, dove ogni lettore, inizierà ad immaginare un proprio scenario del futuro susseguirsi degli eventi, fino alla loro conclusione … bene o male sarà descritto alla fine, ma sarà tutto fantastico, mirabolante e fitto di sorprese?
In questo futuro immediato, con inizio al mese di febbraio dell’anno scorso, il 45° presidente degli USA, Benson Andrews, annuncia a tutta la popolazione i positivi progressi compiuti dalla società NOA – National Obstetric Alliance – nella determinazione della causa dell’origine della scar-sità di nascita femminile, misteriosa epidemia a diffusione mondiale che riduce drasticamente il tasso di natalità a meno dell’uno per cento. Fa eco alla sua dichiarazione, la giornalista indipendente Ramona Chandler, asserendo che nessuno, fra scienziati, politici e mondo dell’informazione, sia riuscito a fornire una degna spiegazione dell’accaduto, mentre l’epidemia è nel pieno della sua propagazione.
Le donne che popolano il romanzo di Hart sono tutte giovani e sono le superstiti della misteriosa epidemia scoppiata, senza precedenti, sul pianeta. Ne viene stimata una presenza di circa mille.
Le “fortunate” donne, però, non conducono da quasi cinque lustri, una vita facile. Sono ora segregate nell’edificio del NOA, non hanno nessun contatto con il mondo esterno, non sono libere, e sono sottoposte ad esami, test e studi da parte della scienza medica composta da dottori aguzzini e senza scrupoli, che sono affiancati e sostenuti da secondini in assetto da guerriglia. La loro unica condizione di vita è la cattività.
Questa cattività traspare e condiziona soprattutto le relazioni fra tutte le donne presenti nell’istituto. Si assisterà a litigi, violenze, soprusi, accanimento sulle più deboli e più fragili, al fine di annullare il loro organo riproduttivo. Le scene descritte da Hart sono alquanto roventi e crude, come dire che è meglio non trovarsi nel mezzo di due donne peggiori nemiche.
Il Dopo … ci presenta la protagonista: Zoey, anch’essa vissuta e cresciuta in cattività, ma fermamente convinta a scappare per salvare l’umanità. Non sarà una passeggiata di salute realizzare la sua fuga – e quella della sua pupilla Lily – dal tetro carcere. Per poter avere più probabilità di riuscita, la nostra deve riuscire a non sottoporsi all’ultimo esame dei medici senza scrupoli,  test porta che  inequivocabilmente alla morte del “paziente”. Zoey è comunque pronta per la guerra, è modificata, è cosciente della sua forza. Dalla sua parte ha l’istinto di sopravvivenza, quello materno, la lettura quotidiana de Il conte di Montecristo e de La lettera scarlatta e – aggiungo – la legge di Darwin …. Per vincere la guerra e conquistare lo stato naturale di libero essere umano, Zoey sarà costretta, suo malgrado, a mostrare totalmente la sua brutalità, che ignorava di possedere fino a quel momento, così come, per un essere camaleontico, ci paleserà le sue forze nascoste e ci svelerà le sue abilità diaboliche per poter annullare il nemico.
La ragazza ha circa venti anni, e da sedici è rinchiusa fra le pareti del gigantesco edificio che ospita il NOA, insieme ad altre ragazze e donne anziane.
Zoey non conosce nulla del mondo esterno, non ha mai oltrepassato i muri perimetrali, ma dopo  questo ventennio di segregazione è ormai convinta di dover fuggire. anche se sembra una missione impossibile. Non sa cosa l’attende al di là delle mura che la isolano dal mondo, ma nel suo cuore vuole salvare l’umanità e, ancor più, vuole conoscere l’amore di una famiglia, il calore materno e l’affetto di un padre. Ha ragione Zoey, di esplodere e di fuggire verso un mondo reale e non come le è stato prospettato, nel suo animo ha la consapevolezza che tutto quello che ha imparato sono frottole, bugie, tutto inventato. La sua vita si è ormai ristretta in quel piccolo luogo, e come una soldatessa amazzone è ora pronta a combattere per ristabilire le sorti, sue e poi del mondo, distruggendo un sistema malato e salvando  altre donne che,come lei, sono prigioniere e … cavie.
Zoey è piena di sorprese, avvincente e la stessa storia è piena di colpi di scena. È una ragazza giovane, tenera, ma anche decisa e forte, in grado di rialzarsi dopo ogni grave caduta. Con Zoey, la cui empatia colpirà ed avvolgerà prestissimo il lettore, ci troveremo presto al suo fianco, seguendo e vivendo le sue “avventure”, ci immedesimeremo nelle sue emozioni, gusteremo le sue abilità nascoste ed apprezzeremo la sua violenza, scorrendo il romanzo senza intralcio alcuno.
Ci conquisterà anche la figura di Lily; una ragazza che Zoey ha posto sotto la sua ala protettrice, quasi come una sorella, ma che non è ancora in grado di autodifendersi ed è per questo che la mano di Zoey la sostiene.
Detto ciò, posso assicurarvi che il romanzo, la storia ed i personaggi, navigano a vele spiegate, veloci, non si notano tempi o spazi di attesa. La narrazione cattura e non stanca, la stessa tensione e le emozioni della protagonista si elevano e si inabissano, tanto, come ho detto prima, da imme-desimarti e star male con lei, assimilando i suoi pensieri ed i suoi stati d’animo, a volte reagendo forse anche in modo peggiore.
Fin qui il primo “episodio” della trilogia Dominion di Joe Hart, che si conclude in modo superbo e comunque capace di sollecitare in noi la curiosità e l’impellenza di leggere subito il seguito, di incontrare nuovamente la nostra Zoey, Lily ed il “suo” pianeta e di conoscere come prosegue il suo ritmo di vita.
I personaggi descritti da Hart ne The Last Girl, sono tutti delineati e disegnati con abilità, destrezza e contezza, forse anche grazie all’aiuto del suo Editor Kjersti Egerdahl che ringrazia alla fine insieme a sua moglie ed altri suoi collaboratori.

Gianni Anastasio

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