I giorni della rotonda



silvia ballestra
I giorni della rotonda
rizzoli
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Samba non è un luogo esotico, è una città da cartolina sommersa dalle palme che sembra quasi di stare in California, e invece siamo nelle Marche a San Benedetto del Tronto e la Rotonda descritta da Silvia Ballestra, scrittrice di origine marchigiana, è il centro nevralgico della città. In realtà la Rotonda raccontata dai vari personaggi del romanzo, subisce nel corso degli anni dei cambiamenti repentini, da agorà politica con aree franche per fascisti e per quelli di Lotta Continua, si trasformò negli anni 80 in zona di spaccio frequentata da tossici, ma anche luogo di ritrovo per i giovani che proprio in quella piazza iniziano ad avere i primi approcci.
Il libro diviso in tre movimenti, inizia con il racconto di Aldo Sciamanna, renitente alla leva militare, siamo nel 1981 e il periodo è uno dei più bui della storia d’Italia, quello degli anni di piombo. A Samba accade un fatto che segnerà la storia della città per sempre, il rapimento di Roberto Peci, fratello di Patrizio Peci, uno dei primi pentiti nella storia delle Br, il delitto e la repressione politica che accadrà dopo, ferirà a tal punto il paese che seguirà una sorta di grande amnesia collettiva. Non se ne parlerà più.
Il primo movimento è quello dell’impegno politico e la data che viene ricordata è quella del 1970, il naufragio del Rodi, se si vuole capire dunque qualcosa di quel decennio bisogna riportare a galla la memoria di quel peschereccio naufragato a pochi kilometri dal porto sambenedettese, i mancati soccorsi, le proteste di un’intera città e le lotte che seguirono da parte dei marittimi per ottenere il contratto collettivo nazionale di lavoro. Una conquista importante per la grande tradizione della marineria.
Il periodo successivo, è quello della grande rimozione della politica, le lotte e la partecipazione finiscono di colpo al dilagare dell’eroina. Un’intera generazione viene decimata sotto gli occhi di tutti, e attraverso la storia di due giovani ragazzi, Mari e Marco, conosciamo la Rotonda dei primi spacciatori, di quelli che morirono per overdose, di quelli che continuarono per anni a farsi le “pere” e che giravano per la piazza come degli zombie, noti come “Highlander”, per via della loro resistenza. Una città nella quale a malapena circolavano le droghe leggere, ora si trova a dover fronteggiare la dipendenza dal “buco” e l’eroina, come ripete ossessivamente l’autrice, era una livella colpiva i più deboli ma anche i figli di papà, quelli dei grandi commercianti, dei ristoratori, e non ne risparmiava nessuno. San Benedetto entra così tristemente nell’elenco delle città con il più alto numero di tossicodipendenti, e “farsi” diventa anche una moda, si vedevano film come “Christiane F.”, ci si raccontava delle prime esperienze con le droghe e con la polizia. Anche di quel periodo si è perso memoria e forse non si vuole ricordare perché troppe sono state le vittime.

Il terzo movimento è quello dell’edonismo sfrenato a metà degli anni 80, i profitti del turismo portano benessere, prosperità, e conformismo per tutti. E’ l’era dell’omologazione di massa, dei look, delle tribù urbane, di luoghi cult come la discoteca “Why not”. L’unico modo per rispondere ad una città in preda alla superficialità e al consumismo è la letteratura e poi la fuga, i due giovani infatti alla fine del liceo decidono di abbandonare la città per gli studi universitari. A loro non viene raccontato quasi nulla del Rodi, sanno poco del delitto Peci e stentano a credere che anni prima fosse esistita una “colonna” delle Br nella tranquilla cittadina della riviera. Loro fanno parte già di una generazione estranea ai fatti, sono frutto della rimozione della memoria di ferite insanabili e dunque hanno davanti un enorme presente senza senso che ha ingurgitato tutto, passato futuro e speranze di vita migliore. Per loro la città della riviera non ha racconti interessanti da mostrare, dovranno cercarsele altrove delle narrazioni, nei libri, nella musica e in altre città che hanno imparato a non dimenticare.

arianna cameli

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