Poliziesco, noir, hard boiled, quando si applicano cosě tante etichette ad un autore, sospetto sempre ci si trovi di fronte ad uno stile unico e non etichettabile.
Impressione confermata dalla lettura di Un sudario non ha tasche, uno dei capolavori di Horace McCoy, autore parzialmente salvato dall’oblio grazie all’editore Terre di mezzo.
Se la trama č semplice, un giornalista lotta per far valere le sue convinzioni morali in una societŕ marcia, lo stile e la tecnica di McCoy non possono che sbalordire, in tempi di riciclo e stereotipi di genere. A tali considerazioni siamo costretti osservando quanto sia in auge, ancora oggi, la figura di eroe ambivalente.
Mike Dolan, il protagonista del romanzo, č un ricettacolo di immoralitŕ private, che si batte, contro ogni logica e convenienza, per un mondo migliore. Una personalitŕ complessa, raccontata magistralmente attraverso dialoghi e battute fulminanti, come quella che dŕ il titolo al romanzo: “…odio ‘sti figli di puttana che s’infilano ‘sti mantelli e ‘sti cappucci e portano la gente giů al fiume e la frustano a sangue e gli fanno interventi chirurgici del cazzo…” “Ci diventerai ricco sicuro”, disse Bishopo, con una traccia di sarcasmo. “Be’, un sudario non ha tasche”, disse Dolan”.
Ciň che Dolan racconta nel giornale che mette in piedi, il Cosmopolite, fa impallidire le nostre cronache quotidiane. Pagina dopo pagina, il sospetto che oggi non viviamo in una societŕ migliore, ma semplicemente che media ricattabili la dipingano cosě, si fa certezza.
E il dubbio che stamo noi i primi a chiudere gli occhi su troppe porcate, inizia a tormentarci. Tutto questo non puň scaturire dall’opera di un grande scrittore. Horace Mc Coy, appunto.
Un sudario non ha tasche
pierpaolo brunoldi