Tre volte all’inferno



Cristian Borghetti
Tre volte all’inferno
perdisa
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I tre racconti della raccolta di Borghetti, pervasi da una contorta e aberrante follia, portano in copertina un’ introduzione biglietto da visita di Alan Altieri, che li definisce la nuova frontiera del gotico.
Il primo, con un taglio da romanzo breve e che si propone con uno stile intrigante dal sapore alla Frankestein junior, all’inizio inganna un po’ il lettore ma presto ci rivela una narrazione settecentesca barocca e di calcolata efferatezza.
Personaggi ben costruiti come il colonnello Ferramano, che sembra uscito dallo Schiaccianoci di Ciakowski e un professore, medico emerito, entrambi soggiogati dai fumi della cocaina che dovranno battersi con il marchese, il padrone del Bosco Oscuro, ricchissimo e malvagio proprietario terriero, esponente dell’ alta casta nobiliare che gli offre grande potenza nel regno. La storia non si fa mancare stupri, rapporti innaturali tra uomini e bestie, mostri cannibali, il terribile segreto di una mutazione. Non si intravede soluzione. La dannazione eterna e il male che hanno traviato il vertice dello stato riusciranno a vincere lo scontro finale.
Il secondo racconto, ambientato a Parigi, si avvale di una macabra rappresentazione nel teatro La Nouvelle Orleans. L’immaginazione dell’autore dell’opera, immersa in un orrido diluvio di sangue e che porta al massacro tutti i protagonisti in scena, lo consegnerà alla tortura di un Santo Tribunale dell’Inquisizione. Era un incubo? Forse? Ma no, come in un carosello infernale tutto riparte da capo.

Il buio della notte, della mente umana e del medioevo domina la terza storia che prende il via in un’ orrida abbazia guarnita da mostri dalle sembianze arcane dei gargouilles di Notre Dame. Il ricercatore alchimista si vede inseguito da un demonio infernale, il basilisco, un drago che mira ad annientare la sua sete di conoscenza? Malattia? Follia? Chi ha ucciso facendo scempio dei resti di un monaco dentro la sagrestia? Il sospetto di eresia scatena ancora l’inquisizione, i roghi e la punizione. Speranza? L’evoluzione che è sapere sarà a misura di generare il mutamento?

patrizia debicke

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