Venticinque anni fa, Maggie Holt e i suoi genitori, Ewan e Jess, si erano trasferiti a Baneberry Hall, una gigantesca proprietà vittoriana con un grande giardino nel cuore dei boschi del Vermont. Il massimo per una giovane famiglia. Una casa che aveva un prezzo abbordabile perché in realtà nascondeva in sé la triste memoria di un passato costellato da troppe sventure. Ma per Ewan Holt, di professione scrittore, saggista e collaboratore occasionale di alcune riviste, ma con un sogno nel cassetto, di un romanzo tutto suo, pareva l’ideale. Avrebbe avuto finalmente lo spazio e un posto dove finalmente poter scrivere ciò che voleva. Una casa bellissima, a conti fatti forse e un po’ al limite delle loro possibilità economiche, anche se per fortuna Ewan padre di Maggie aveva ricevuto dalla nonna un consistente lascito testamentario. Ma gli Holt riuscirono a vivere a Baneberry Hall, nella loro bella nuova casa, appena tre settimane dal giorno del loro trasferimento. Dopo quel brevissimo periodo infatti, nel cuore della notte, fuggirono di notte, a gambe levate, abbandonando dietro di sé ogni e qualunque cosa, dopo aver chiesto disperatamente l’aiuto della locale polizia.
In seguito, tornato in città, Ewan Holt, il padre di Maggie, scrisse finalmente il suo libro, dedicandolo a Baneberry Hall: un romanzo dal titolo “La Casa degli Orrori” . Un romanzo la cui trama descriveva giorni e notti da incubo, una specie di ordalia o peggio un pazzesco calvario creato dai terrificanti incontri con le malefiche presenze che infestavano Baneberry Hall, diaboliche e incontrollabili entità che,a suo dire, avevano preso di mira di notte soprattutto sua figlia bambina, Maggie. Romanzo che provocò evidentemente chiacchiere, critiche e biasimo dei locali residenti, che l’accusarono senza mezzi termini e condannarono come falsità quanto contenuto nella storia. E tuttavia, o forse anche in virtù dello scandalo, il suo “la Casa degli Orrori” romanzesca esperienza di vita vissuta, dopo aver riscosso subito grande successo, si trasformò un bestseller internazionale e infine divenne un vero e duraturo fenomeno mondiale.. Maggie Holt che all’epoca della fuga da Baneberry Hall, aveva solo cinque anni non ricorda quasi niente di quanto accaduto, solo paura e senso di minaccia e tuttavia, è ancora costretta ovunque ad affrontare la curiosità della gente. Insomma, ha passato gran parte della sua adolescenza e in seguito della sua vita da adulta, a porsi delle domande nel tentativo cercare di capire quanta e quale verità potesse mai nascondersi nelle pagine scritte dal padre. Quando aveva tredici anni, i genitori hanno divorziato, sua madre si è risposata, ognuno di loro ha proseguito la propria vita senza mai perdere i rapporti con lei. E, visto il loro categorico rifiuto di ricordare e riparlare di quei fatidici giorni in Vermont, addirittura è arrivata a sospettare che la storia sia stata tutta un’abile ed efficace invenzione per garantire maggior fama al libro. I fantasmi, secondo lei, non esistono…
Fino a quando la malattia non arriva a stroncare suo padre Ewan, garantendole una sostanziosa eredità ma oltre a questo il fatto imprevisto e imprevedibile, della piena proprietà di Baneberry Hall. Per quanto era dato a sapere a Maggie, dopo quella drammatica notte, nessuno di loro, insomma, nessuno della famiglia, aveva più rivisto Baneberry Hall ma all’apertura del testamento scoprirà invece che suo padre Ewan Holt in tutti quegli anni ci era tornato ogni anno per un giorno e aveva fatto sì che la casa non andasse mai in rovina. Ma proprio per il fatto che se sul letto di morte rammentando Baneberry Hall, Ewan Holt abbia stranamente mormorato alla figlia : “Non tornare, non è sicuro lì. Non per te” diventa oggi per Maggie, peggio di un inarrestabile tarlo, un’irresistibile spinta ad andare. Deve assolutamente rivedere Baneberry Hall e provare a capire. Forse è anche arrivato il momento di scoprire quanto c’era di vero o di falso nel libro di suo padre. Per di più oggi Maggie è una restauratrice d’interni e gestisce con una collega e amica un’azienda di successo. A maggior ragione dovrà prendere possesso della sua eredità, per poi con calma ristrutturarla e venderla.
Ma il suo ritorno a Baneberry Hall non sarà una passeggiata. Intanto la maggior parte della gente del posto non apprezza il fatto che la cittadina sia diventata famosa grazie al successo del libro di suo padre. Ma ancora più difficile da accettare sarà la casa, piena di splendidi mobili di un’altra epoca, ma anche di strani oggetti che suggeriscono trabocchetti e tinte oscure. Com’è stato possibile viverci? E come se non bastasse Maggie, trovandosi faccia a faccia con quanto è stato maldestramente occultato nella “La casa degli orrori”, comincerà a pensare che il romanzo del padre descriva più la realtà che la finzione. Insomma l’’atmosfera è inquietante. Persone legate al passato, raccontate in “La casa degli orrori”, pare che vogliano nascondersi nell’ombra e la presenza di Garson e di sua figlia Indigo, vecchi proprietari, morti tanti anni prima aleggiano minacciose e raccapriccianti, specialmente quando i segreti della casa e dei suoi occupanti si approfondiscono. Il sospetto striscia subdolo come le innocue colonie di serpentelli rossi che fanno la tana negli intonaci. Ma sarà solo sospetto altrettanto innocuo, oppure quello che cela in sé potrebbe portare ad agghiaccianti verità?
Due voci narranti per una storia che par quasi a doppia anima e che ci dà modo di esplorare, secondo due diversi e spesso divergenti punti di vista, quello di Maggie e quello di suo padre nella storia di La Casa degli Orrori. Due diverse “versioni” di una realtà, basata l’una su un thriller dai toni tradizionali fatto di indizi, false piste e colpi di scena, l’altra che mira invece ad assumere il carisma di un horror gotico dominato da sovrumane presenze extracorporee. Due storie con due diversi personaggi a reggere le redini. O un’unica storia? Dove sta la verità?
A casa prima di sera – Riley Sager
Patrizia Debicke