Il romanzo d’esordio della statunitense Jessie Weaver, già insegnante d’inglese prima di darsi alla narrativa, dovrebbe essere letto essenzialmente per fare un tuffo nel mondo dei giovani. Cosa sognano adolescenti quali Summer, la protagonista della storia? Come si muovono, come agiscono nel concreto, affinché i loro desideri si realizzino? Cosicché chi conosce sommariamente i social media, possa trovare dei validi suggerimenti. Intreccio delittuoso a parte, s’intende. Ma come in tutte le cose, anche in Live your best lie (Giunti Editore, ottobre 2023) c’è un rovescio della medaglia. Chi ne abusa, lasciando che la dimensione virtuale prenda il sopravvento, prima o poi sarà soggetto a conseguenze.
Summer Cartwright ha sedici anni, è bella e bionda, la persona che tutti vorrebbero frequentare. Vive a Los Angeles, frequenta una buona scuola ed è ricca di famiglia. Popolare, piena di amici, sembra avere tutto. Con tre milioni di follower è un’influencer molto quotata e gli sponsor fanno a gara per farle avere i loro prodotti. Inoltre, sta per uscire un suo libro, che si preannuncia già un bestseller. Per contro, la ragazza ormai è talmente abituata a documentare quel che fa, tra post su Instagram e selfie, che nemmeno vive più una vita normale, godendosi il momento. Tutto per lei deve avvenire sotto i riflettori, e la festa che organizza per Halloween, nell’attico di famiglia (Summer è figlia di un noto produttore cinematografico) non deve fare eccezione.
La tanto attesa serata decolla, ma qualcosa turba quasi subito la schiera di coetanei che stanno attorno alla padrona di casa, in totale adorazione. Summer sparisce e compare un nuovo inquietante messaggio sul suo Instagram: “Mi adorano tutti. Tranne loro forse, perché tra cinque minuti sarò morta.”
Una qualche trovata pubblicitaria? All’inizio si pensa di sì, per gli invitati risulta addirittura un’idea geniale. Purtroppo però Summer viene trovata morta per davvero e partono subito i sospetti, dato che si tratta di un omicidio. Il cerchio si stringe attorno a quattro persone in particolare, quei loro a cui alludeva il messaggio. L’ex fidanzato Adam, la migliore amica Grace, una fan tipo stalker di nome Cora e la compagna di stanza durante un corso in Inghilterra detta Laney. La privacy di questi ragazzi viene data in pasto all’opinione pubblica, poiché essi pagano lo scotto della popolarità della morta. Inoltre, ben presto il lettore si renderà conto che in questo giallo non c’è solo da identificare un assassino, ma anche da scoprire i segreti che ciascun personaggio nasconde. Cose indicibili di cui Summer era a conoscenza e minacciava di svelare nella sua imminente pubblicazione. E la domanda diventa: si può uccidere per difendere il proprio privato?
Jessie Weaver ha creato una storia appassionante, dal ritmo serrato. Con un linguaggio “fresco”, dove varia di continuo il punto di vista. A narrare i vari capitoli sono infatti, a turno, proprio i quattro ragazzi sospettati dell’omicidio.
Godibili sono gli intervalli inseriti, costituiti da post presi da un ipotetico account di Summer Cartwright, così come gli articoli di giornale e i flashback necessari per comprendere come si sia arrivati al punto. Perché qualcuno ha voluto eliminare la ragazza più di successo della scuola?
Parola d’ordine è apparenza. E non soltanto in funzione dell’immagine vincente che ciascuno si affanna a offrire di sé, ma soprattutto perché niente è come sembra. Tanto meno i sentimenti. L’autenticità è semmai da ricercare tra le righe, in un’analisi che ciascuno potrà elaborare dopo avere attutito i diversi colpi di scena. Finale compreso, a cui si arriva adagio, coi giusti modi e tempi.