Trilogia di Sarti Antonio



loriano machiavelli
Trilogia di Sarti Antonio
einaudi
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Sarti Antonio, sergente (rispettare la dicitura è d’obbligo, il lettore che ancora non lo conosce capirà perché), è uno di quei personaggi a cui ci si affeziona subito.
In quanto a umanità, stile e, diciamolo pure, innata goffaggine, ricorda il moderno ispettore Coliandro, se non fosse che lo anticipa sulla scena noir italiana di oltre 40 anni.

Il nostro sergente nasce infatti dalla penna del bolognese Loriano Macchiavelli negli anni ’70, diventando col tempo un punto di riferimento per i futuri figliocci gialli.
In questa riedizione 2009 targata Einaudi sono raccolti i primi tre romanzi scritti dall’autore e con protagonista Sarti Antonio: Le piste dell’attentato, Fiori alla memoria e Ombre sotto i portici.

Le storie si muovono tra una Bologna cupa e le colline, sullo sfondo di un’Italia che cerca equilibrio camminando sul fragile specchio delle contrapposizioni politiche del ventennio ’60-‘80.
Sarti Antonio è un antieroe, un questurino che ha votato la sua vita alle forze dell’ordine e che spesso, complice anche la colite da stress che lo tormenta, si chiede il perché di questa scelta.

Da questurino è inserito in una logica che non lo dovrebbe mai (e poi mai) vedere accostato a Rosas, studente anarco-rivoluzionario tanto intelligente quanto ambiguo. Eppure con Rosas, Sarti Antonio costruisce un rapporto di fiducia che, dall’aiuto nelle indagini, sfocia in un forte legame umano. A vegliare sull’operato del sergente è il borioso ispettore Raimondi Cesare, a fargli da compagno l’agente Cantoni, uno scerbanenchiano Mascaranti in tono molto minore.

L’introduzione ci serve per aprire una finestra sul mondo di Macchiavelli, seguendo l’intento sotteso alla trilogia: fare conoscere un maestro del noir metropolitano a chi, fino ad ora, se l’era perso. Il gioco vale la candela: le storie sono ben costruite, avvincenti e raccontate con uno stile brioso. In Le piste dell’attentato una bomba esplode in una stazione radio militare, causando quattro morti. Pochi minuti dopo una Fiat 128 sfugge al sergente Sarti: le indagini si snodano su vari fronti, finendo per coinvolgere ambienti di sinistra e persone “normali”.
Ancora in altura, ma questa volta in un paese dell’Appennino, si sviluppa Fiori alla memoria. Un incendio doloso ostacola la costruzione di un monumento alla lotta partigiana: compaiono poi delle scritte dal sapore fascista e anche alcuni cadaveri. Sarti Antonio scava nelle vite degli abitanti del posto, muovendosi sul filo della recente storia italiana.
Con Ombre sotto i portici si torna, infine, in città: l’anziana ex-tenutaria di un bordello muore assassinata nell’edificio mentre in strada è in corso una manifestazione. Sarti Antonio vede quattro individui infilarsi nel portone prima dell’omicidio: se la soluzione del caso sembra ovvia, in realtà gli eventi si riveleranno molto diversi.

michele ungari

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