Un giorno solo



Felicia Yap
Un giorno solo
Piemme
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Come puoi risolvere un mistero se ricordi solo quello che è successo il giorno precedente?
È il problema che si pone ai protagonisti di Un giorno solo  originale thriller d’esordio di Felicia Yap
Immaginate un mondo nel quale le persone siano divise in base a quanto rammentano del loro passato. Gli inferiori, i mono, ricordano solo il giorno precedente, i superiori, i duo, ricordano due giorni. Per sopperire alla mancanza di ricordi, tengono dei diari nei quali annotano quello che succede.
La colpa di tutto ciò è della proteina che forma la memoria e che smette di essere prodotta al compimenti dei 18 anni.
Un mondo, quindi, nel quale il passato è custodito nelle pagine di diari elettronici e che, essendo mediato, potrebbe essere selettivo e non veritiero.
E immaginate poi che esistano delle eccezioni, dei casi rarissimi, delle persone che invece conservano la memoria del proprio passato e che giurano vendetta…
Una donna viene trovata annegata in un corso d’acqua con delle pietre bianche e nere nelle tasche del cappotto. La lettura del suo diario porta gli inquirenti da Mark Evans, suo presunto amante, un famoso scrittore ora candidato in politica a fautore dei matrimoni misti tra mono e duo. Sua moglie è infatti una mono, Mono è anche il poliziotto incaricato delle indagini, solo che lo tiene nascosto, fingendo si essere un duo. Ma proprio perché mono e quindi in grado di conservare solo la memoria di un giorno , sa che deve risolvere il caso in ventiquattro ore.
Il presupposto di partenza di Un giorno solo  è certamente originale e si basa sulla distinzione tra fatto e memoria e sul peso che i ricordi possono avere. Perché non ricordare vuol dire essere dispensati dalla punizione della conoscenza; l’assenza della memoria equivale all’assenza di di dolore, di rimpianti, di gioie, l’essere completamente puri e incontaminati dalle emozioni. E’ come rinascere ogni giorno mondati dai sentimenti.
L’unico passato dei protagonisti è quello che emerge dalle loro annotazioni, dal loro resoconto dei fatti.
La storia è narrata in prima persona da quattro diversi punti di vista, e i capitoli si alternano veloci giocando sempre sulla contrapposizione tra fatti e memoria. La Yap è brava a intorbidire le acque e a confondere il lettore, costruendo una trama che seppur nell’esiguità del numero dei personaggi coinvolti, risulta complessa. Sparsi tra le pagine di Un giorno solo vi sono numerosi richiami a Virgina Wolfe e al suo Mrs Dalloway, nel quale la scrittrice, morta suicida come la vittima del libro, racconta la giornata, anche lì solo 24 ore, della signora Dalloway e di pochi altri personaggi, in un alternarsi di ricordi e realtà.
Bugie, tradimenti, rabbia, odio e vendetta sono nascosti tra le pagine dei diari,piccoli pezzi da incastrare e far combaciare, perché i fatti restano sempre e sono parte della nostra coscienza, anche se dimenticata o persa nell’oblio.

Cristina Aicardi

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