Una mutevole verità



Gianrico Carofiglio
Una mutevole verità
Einaudi
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Gianrico Carofiglio è lo scrittore più amato dal pubblico italiano, ogni suo libro è un successo e certo è riduttivo definirlo solo un giallista, avendo scritto anche romanzi di formazione, che parlano di giovane adulti maschi che si stanno costruendo un futuro. ( Il bordo vertiginose delle cose, 2013, Rizzoli) Le ambientazioni di Carofiglio non sono in tempi recenti, lui scrive sempre degli anni Ottanta, quando, in tema di delitto, non c’erano possibilità di fare indagini adeguate come ai giorni nostri. In questo noir serrato e breve, non più di cento pagine, le uniche certezze sono il medico legale, che determina l’ora precisa del decesso e come la vittima sia stata colpita e la testimonianza dei vicini di casa. Già dopo le prime righe c’è  un assassinato: un uomo pericoloso, dal passato losco, una sorta di usuraio e ladro, ucciso con una coltellata alla gola. Siamo a Bari, una città definita corrotta per gli intrallazzi tra politica e affari. Chi prende in mano le indagini è un nuovo protagonista nell’ antologia di Carofiglio: si chiamo Fenoglio, è un uomo scrupoloso, timido, che ha in massimo orrore i giornalisti che si accalcano per sapere di più del delitto; attraversato da una malinconia e da una solitudine costante, pur essendo sposato e con una compagna che lo supporta. Un uomo, che in questo caso delittuoso si ritrova solo, e che Carofiglio incastona in queste poche righe: “Fenoglio rimase in silenzio. Era l’indagine dei sogni. Tutto perfetto, tutto che si incastrava come un rompicapo risolto. E allora perché quel disagio. Perché quella sensazione indistinta? Come una parola che hai sulla punta della lingua. Come un odore lieve, sospeso nell’aria, a cui non sei capace di dare un nome.” A dare un mano a Fenoglio, una testimone, una anziana che è sicura di aver notato un ragazzo fuggire dal luogo del delitto. Molto scrupolosa ha preso anche il numero della targa e si è accorta persino che il giovane uomo ha buttato qualcosa nella spazzatura. Sembra che il caso sia risolto, ma Fenoglio non è convinto che il ragazzo abbia veramente ucciso quell’uomo pericoloso, dal passato losco. Anzi, una frase della moglie di Fenoglio sembra provvidenziale per capire che le cose sono molto più complicate.Tra l’altro la moglie parlava d’altro, del prezzo alto delle verdure al mercato. Di più non dirò, per non togliere la curiosità del finale. L’unica cosa che voglio mettere in evidenza, invece è l’estrema leggibilità del romanzo breve. Carofiglio non ha nessuna voglia di imbastire una storia poliziesca in un italiano ricercato ed aristocratico. La sua scommessa, vinta, è che il suo libro sia alla portata di tutti. Un romanzo che consiglio caldamente, bello e centrato: un noir appassionante.

Vincenzo Mazzaccaro

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