Vita di un bandito



luciano de maria
Vita di un bandito
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Luciano De Maria: un personaggio della mala buona, quella che rubava con destrezza, lasciando le armi in tasca, quella che adottava un proprio codice di onore. Una mala che nasceva nelle periferie, portandosi appresso il retaggio della sofferenza, della povertà, della disuguaglianza e traeva le radici da un mondo crudo, erede di una lunga guerra dove la violenza era stata pane quotidiano. Una mala paragonabile a un dinosauro sopravvissuto allo sconvolgimento della glaciazione portata dalle nuove realtà nazionali e internazionali mafiose, che videro la luce negli anni ’80. Vita di un bandito è la sua autobiografia. Un lettura disincantata ma affascinante di un uomo, Luciano De Maria, uno dei sette banditi che il 27 febbraio commisero la famosa rapina di via Osoppo e fecero cantare i giornali del mondo.

Ci descrive se stesso ragazzo, figlio di guerra, nato e cresciuto in Svizzera fino a 12 anni e poi rispedito di forza nel ‘42 in un’Italia in guerra e per lui estranea (allora parlava solo il tedesco) quasi costretto dai soprusi e dalle difficoltà ad arrangiarsi e a delinquere. Parla dell’uomo che ha affrontato la vita come una sfida da ragazzi tra guardie e ladri, che ha sbagliato ma ha pagato riuscendo a resistere e a superare con lucidità sedici anni di carcere duro. Di un uomo convinto che scontare una pena volesse dire mondare il delitto e invece ha dovuto constatare di persona che la società è di diverso avviso. Ma, ciò nonostante, gli ha permesso una seconda vita da testimone di un’epoca di intrighi e corruzioni e incredibili frequentazioni con il cosiddetto bel mondo sociale e politico, che gravitava intorno alla celebre villa di Portofino della contessa Vacca Augusta.

Alla fine una vita amara, difficile, con pochi bilanci positivi: un figlio, l’affetto disinteressato di alcune compagne straordinarie, la convinzione di essere lui, l’onesto in questo mondo dove la cosiddetta onestà è sopraffatta dalle mille facce dell’Idra e un tramonto tranquillo da pensionato sconosciuto con solo i ricordi a calcare la scena.

patrizia debicke

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