L’isola dei monaci senza nome



Marcello Simoni
L’isola dei monaci senza nome
Newton Compton
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La storia narra che nel 1544 il corsaro Khayr -al-Dīn, il temutissimo, feroce Barbarossa riuscì a liberare dalla prigionia il figlio del suo vice, il grande pirata e marinaio Sinan soprannominato El Judeo, al suo fianco nel 1538 nella battaglia nella Baia di Preveza (Albania) che vide la sconfitta della flotta cristiana capitanata da Andrea Doria… Dopo aver pubblicato la sua fiction Rex Deus a puntate in versione e-book, giocando abilmente con la storia documentata – perchè reali sono quasi tutti i principali personaggi: Sinan , suo figlio, Cristiano d’Hercole, Leone Strozzi, Jacopo V Appiani, Elena Salviati, Margherita Marsili, che la leggenda vuole amata dal Sultano, don Juan de Vega, Isabel de Vega e Otto da Montauto – Marcello Simoni l’ha ricompattata e “rileccata” per il cartaceo sotto il titolo: L’isola dei monaci senza nome. E naturalmente aveva interpretato alla sua maniera i “buchi” i “vuoti” della storia farcendoli di fatti, di imprevisti e di misteri. Ben fatto! Il risultato è un romanzo che trabocca di mare, di battaglie, di arrembaggi, di pirati, scritto alla maniera che fece la fortuna di tanti narratori di romanzi d’avventura dell’800 o feuilleton e quindi con illustri progenitori quali Alexandre Dumas – e proprio a lui chiede Montecristo in prestito – e del 900 con gli indimenticabili Emilio Salgari e i suoi Corsari. Li modernizza, li tiene sul che vive, sui carboni ardenti pagina dopo pagina, nella continua incertezza su amici e alleati, li rende più feroci, più scafati, si potrebbe dire con molti meno scrupoli – e probabilmente più veri – poi scrive anche di sesso e li precipita in una continua serie di accadimenti conditi da colpi di scena. Insomma ha creato una nuova formula che diverte e intriga. In pieno stile noir con i personaggi che si presentano a tutto tondo sia nel bene che nel male. Da esperienza personale plaudo alle descrizioni delle battaglie navali, ben ricostruite e documentate, sempre vincenti in una storia di mare. La trama la trovate dappertutto, comunque ve ne regalo un assaggino. Si parte con la fortunosa liberazione del ventenne Cristiano, obbligato a farsi cattolico e tenuto per dieci anni in ostaggio all’Elba da Jacopo V Appiani. Il padre (Sinan, che viene da una illustre stirpe di cabalisti e di astronomi) muore durante l’attacco alla fortezza, ma fa in tempo a passargli una strana chiave cilindrica e rivelargli il terribile segreto di REX DEUS che risale nel tempo e che potrebbe minare le certezze della fede cristiana. Cristiano, che ripudia il suo nome per diventare Sinan 2 e la religione cattolica per tornare musulmano, zigzagando tra pseudo amici quali: il Barbarossa, i suoi uomini e i suoi alleati come Leone Strozzi – ex cavaliere di Malta e comandante delle galee dell’Ordine – e gli pseudo nemici, il confine è labile, quali Appiani stesso, gli spagnoli, gli uomini di Cosimo de’ Medici, la confraternita segreta dei Nascosti e in più ha l’impiccio di una bella spagnola, Isabel de Vega, deve lanciarsi in una specie di caccia al tesoro sulle antiche tracce di un templare. E poi…, basta! In più vi concedo solo: Abracadabra: cabala per il malocchio che vuol dire: invia il tuo fulmine fino alla morte… Se non vi basta, comprate il libro.

patrizia debicke

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