Il volto del male



Michele Macagnino.
Il volto del male
Golem Edizioni
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Una Torino magica ed esoterica fa da sfondo a questo nerissimo thriller di Michele Macagnino.
Una prostituta viene ritrovata legata al letto, orrendamente seviziata e squartata; accanto al corpo, un biglietto con una citazione tratta da un antico testo.
Sul delitto iniziano a investigare il Commissario Raiteri e il Sostituto Procuratore Patrizia Rondano,  ma alle vicende prenderanno parte attiva anche la cronista di nera Sara Scotti e uno strano personaggio, Mick the Mack, il re degli annunci erotici, che, pur gestendo con profitto un portale di incontri hard, possiede una sua morale e, anche per il quieto vivere, sarà di aiuto alla polizia nelle indagini, che si annunciano subito molto complesse.
Nonostante il prodigarsi degli inquirenti, gli omicidi, tutti molto cruenti, si moltiplicano e sullo sfondo si agitano strani personaggi, come il Mago, titolare di una “Biblioteca dell’anima” nel cuore storico della città, e l’ambiguo avvocato Mezzera, che metterà a rischio la propria carriera professionale per entrare come produttore nel mondo dell’hard, truci reclutatori di ingenue fanciulle sulla via della perdizione, messe nere, miti greci e tanto altro.
In realtà, però, la magia e l’esoterismo, lo scopriremo presto, c’entrano poco con le vicende narrate, e si riveleranno solo un pretesto, per qualcuno, per fare soldi facili.
Come vedremo, altre motivazioni, ancora più drammatiche e personali, sono invece alla base della catena di delitti che insanguina la città sabauda, e per scoprirne l’autore i protagonisti dovranno scavare a fondo anche in se stessi, facendo riemergere vecchi drammi quasi sopiti e le più insospettabili perversioni.
Anche in questo libro l’apparenza inganna, e molto, e nessuno o quasi è davvero quello che ci era sembrato.
L’epilogo è un po’ “telefonato”, e la spiegazione finale di tutta quanta la vicenda forse un pochino più banale di quanto si potesse ritenere dall’incipit.
Il romanzo si legge comunque bene, anche se a volte (specie nell’ultima parte), rischia di cadere nel didascalico, con lunghe, dotte disquisizioni in ambito esoterico e psicologico che fanno calare la tensione narrativa.
Le tinte sono sempre molto cariche e magari si gradirebbe qualche “sorpresa” in meno, a favore di una maggiore congruenza nel racconto, ma Macagnino possiede la stoffa giusta per intrigare il lettore, costruendo anche personaggi di un certo spessore psicologico, mantenendo per quasi tutto il libro una giusta dose di tensione narrativa e dimostrando spesso anche un certo humor, che personalmente apprezzo sempre.
Peccato che nel romanzo abbia riversato forse troppi temi, preoccupato, penso, di non riuscire a rendere e spiegare il senso degli accadimenti.
Da rivedere, volentieri, a un’altra prova, già preannunciata nelle ultime pagine del libro.

 

Gian Luca Antonio Lamborizio

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