Un amore all’inferno
Diego Cugia ama Giovanni Pascoli e ha pure scritto poesie, come afferma nel suo sito. Si sente dallo stile di scrittura. Leggete l'incipit del romanzo: In una notte senza luna un bambino fluttua sul cuore di tenebra della Toscana, appare e scompare lievitando sopra un canneto come una statuina in processione o un piccolo principe adagiato su un tappeto volante. Oppure andate a pagina 92: La strada per Cafaggiolo è un flusso intermittente di fantasmi di nebbia, in cielo a tratti si affaccia qualche macchiolina d'oro nel blu assediato dalle nubi. Pure io amo Giovanni Pascoli, uno degli autori preferiti della mia adolescenza e oggi rimbambisco mio figlio con le sue poesie, così come lo costringo a leggere Cuore di De Amicis. Ma questo è un altro discorso...
Diego Cugia ci racconta il grande amore di una donna per un uomo che potrebbe essere il mostro di Firenze e che in ogni caso è accusato di far parte della banda che avrebbe commissionato per anni delitti orribili nel cuore della Toscana. Lo fa con leggerezze e ricorrendo a dialoghi molto ben articolati, accompagnando il lettore in una progressiva discesa agli inferi. Lo fa con stile e competenza di scrittore che ama i classici e li rispetta, da autore che ha acquisto uno stile proprio dopo aver sudato molto nella lettura dei grandi del passato. Un'intervista alla moglie del presunto mostro di Firenze si trasforma in un romanzo coinvolgente e realistico che racconta la vita e la morte di Francesco Narducci, grande medico e forse ingenuo accolito di una banda di satanismi. Ho solo il rimpianto di non aver avuto tra le mani il libro di Cugia mentre scrivevo il mio Serial killer italiani, perché lo avrei di sicuro utilizzato per buttare giù il capitolo relativo al Mostro di Firenze. Spero di usarlo per la seconda edizione... (Gordiano Lupi)
Diego Cugia - Un amore all'inferno - Mondadori
GIUDIZIO:
Un amore all’inferno- cugia - mondadori
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