La legge dei figli. Antologia noir per i sessant’anni della Costituzione



AA.VV.
La legge dei figli. Antologia noir per i sessant’anni della Costituzione
Meridiano Zero
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Sabina Marchesi e Lorenzo Traenti sono i curatori di questa raccolta di racconti noir per festeggiare la Costituzione, l’idea guida è quella di partire dai singoli Articoli per sviluppare una storia e costatare quanto questa tradisce o è fedele ai principi espressi.
Nell’interessante introduzione di G. De Cataldo si rileva come la galleria di storie siano dei casi “disparati e disperati” nei quali sono stati disattesi i dettami fondamentali della Costituzione.
I toni narrativi dei racconti sono piuttosto grevi, quasi senza speranza, come nella migliore tradizione noir.
Le storie sono tragicamente collimanti alla realtà quotidiana, disincantate, ci offrono un panorama morale ed esistenziale desolante, violento, impregnato di un’ingiustizia profonda che scuote il lettore da un generale torpore intellettuale che tende ormai ad archiviare e a cannibalizzare gli orrori quotidiani sbattuti in prima pagina.
Quasi tutti i protagonisti dei racconti sono tutori della legge, magistrati e “sbirri”, eroi e/o antieroi, c’è chi prova a mettere una pezza al disastro e chi, galvanizzato dal proprio potere, ne fa abuso, così si riduce sempre più lo spazio e il confine tra lecito e illecito, tra giusto e inaccettabile, tra guardie e ladri.
Da segnalare per la loro intensità narrativa e per il pathos che sanno creare nel lettore almeno quattro racconti.
“L’ordine” di Piernicola Silvis è uno straordinario affresco di fantapolitica nel quale si allude ad un colpo di stato e alla compilazione di liste di sovversivi che saranno stanati e torturati.
Saranno fatte fuori le persone sbagliate in un clima di sospetto e paura, sarà così tradito l’Articolo 1 che sancisce la sovranità popolare contro ogni forma di dittatura.
Un racconto minaccioso, dai toni epocali, contraddistinto da una velocità narrativa che lo rende fluido alla lettura nonostante i temi trattati siano di spessore politico importante.
Toccante ed emotivamente coinvolgente è invece la narrazione dei fatti del G8 nell’interpretazione di Simona Mammano nel suo racconto “Diaz”.
Due personalità a confronto nella breve trama: quella di un anziano signore che, dopo aver pacificamente sfilato, si rifugia alla Diaz, per il riposo notturno interrotto drammaticamente dall’altro protagonista, un poliziotto invasato che si diverte a compiere una mattanza all’interno della scuola senza risparmiare nessuno e anzi accanendosi con i più deboli.
Contrasti forti, resi ottimamente dall’autrice, una verità che non si racconterà mai abbastanza e un principio fondamentale tradito: Art. 13, la libertà personale è inviolabile.
Ne consegue che perquisizioni e sequestri di persona immotivati o violenza gratuita non possono far pensare che ad un black out istituzionale totale.
“Il gobbo” di Alessandro Cannevale è solo apparentemente meno drammatico, ha un taglio noir godibilissimo pieno d’ironia e lucida follia, e si snoda attraverso il viaggio a ritroso di una mente criminale perfetta.
È la storia di un giornalista che si culla da sempre nelle raccomandazioni politiche e diventa una pedina irrisa del carrozzone dei mezzi d’informazione del quale fa parte e proprio da questa frustrazione nasce il suo istinto omicida.
L’autore ha usato un pretesto giallo per denunciare la pressante censura politica e istituzionale sulla manifestazione del libero pensiero degli organi di informazione, qui l’Articolo ignorato è il 21, tradito da una classe politica alla deriva.
“Foto ricordo” di Mauro Marcialis scandaglia invece il mondo dell’evasione fiscale e di una Guardia di Finanza che assiste con le armi spuntate al fiorire di una cultura del malaffare che coinvolge famiglie affari e potere.
Il celebrato modello d’impresa Nord est è qui denudato dei suoi luccicanti spot per investitori esteri.
Sordidi imbrogli sono stipati assieme alle merci in oscuri magazzini e tutto appare assolutamente veritiero al lettore che è trascinato nei meandri di un’illegalità infondo tollerata dai più, e senza controllo.
L’Articolo ignorato e calpestato è il 53 che estende a tutti noi la compartecipazione alla spesa pubblica.
Ci sono molte altre le tematiche da scoprire in questo libro duro e prezioso, per imparare a non dimenticare coloro che hanno tracciato con buonsenso il nostro cammino democratico, per ritrovare la strada senza chiudere gli occhi davanti alle mille deviazioni che si palesano quotidianamente.

Alessandra Anzivino

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